Da mare a mare (Verso Rocca) di VincEnzo Pollinzi

Lasciandomi alle spalle „La Jonica“ esplode all`improvviso la drammaticità intensa del buio che invade tutto quasi senza preavviso.

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Tornare a Rocca è come tagliare una linea invisibile,palpabile nei frammenti di una strada torturata nel suo essere strada,con frequenti e violenti discrepanze che si sussieguono in un crescendo come le cadenze di un Blues duro,testardo,ripetitivo nei suoi Tornaround,che mi catapulta in altre dimensioni.

Divento di colpo il Renard de Il riposo del guerriero di Rochefort,nel suo dormiveglia apparente e distante,ma sempre presente in attesa di qualcosa che non verrà e sarà la sua fine con tutte le porte che si chiudono una dopo l`altra,e dopo averle oltrepassate tutte non sembra mai ubriaco perchè gli alcoolizzati lo sono sempre.

E divento mio Padre,il fabbro ferraio che abbandona tutto,anche la speranza e mi ritrovo nella sua anima davvero sola,lontana da questa nostra realtà spigolosa e Calabrese.

Mi tormenta ogni volta ritrovarmi in balia di venti forti e contrari,tagliato a metà,sospeso tra passato e presente.

Il passato e il presente sotto questa luna che illumina linie di valli sparse nella memoria e ritorna a sprazzi violenti e struggenti solo un rimpianto intriso di caparbia malinconia.

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