PRIMA TAPPA, di Roberto Busembai

Quattro passi in Italia

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PRIMA TAPPA

E variamo questa nave che ci porta in giro per la penisola più bella del Mondo, cioè l’Italia, ma come con quale città o paese varare che non faccia rimanere male gli altri, potrei iniziare con molta naturalezza dalla nostra capitale Roma, ma sarebbe a mio parere un inizio scontato, allora avrei pensato Firenze ma subito mi sarei sentito addosso i rimproveri delle altre regioni dicendomi che sono campanilista e ho giocato in casa, però se dicessi Venezia…..si ma sento già le voci in mezzo tono che sussurrano….e certo solo perchè è particolare, Lei e i suoi canali……e altre ancora per non nominare paesi e cittadine, borghi o villaggi….insomma sapete cosa ho deciso? Darò solo un piccolo personale cenno alla mia città natia, soltanto nozioni di buon cittadino e amante del suo borgo, raccomandandomi di riparlarne poi più approfonditamente.

Io sono un Lucchese, puro e genuino, da generazioni e anzi dovrei dire in gergo che sono Lucchino.

Lucca è una delle tante città medievali che la Toscana tutta possiede a dismisura, compresi i piccoli borghi e alcuni pittoreschi paesi, una città che ha mantenuto intatte le mura difensive che la circondano, e diciamocelo chiaramente non è stato nemmeno difficile poterle avere ancora in quanto al momento della fine della costruzione, le tecniche di guerra erano totalmente cambiate, perciò non sono mai servite allo scopo e con accurati impianti decorativi e urbanistici, nel tempo, sono diventate un bellissimo parco sopraelevato da far invidia a tutto il mondo.

Ma Lucca è anche le sue piazze e le sue chiese ( pensate che storicamente essa era considerata la “succursale” del Papato ) che se ne annoveravano oltre 100, con le sue torri, la più famosa quella con le piante di lecci sopra, nominata del Guinigi ( uno dei famosi signori della città). Piazze come l’antico Anfiteatro che dopo alcuni rifacimenti urbani del tempo sopra le gradinate dell’arena sono state costruiti caseggiati, fino ad arrivare ad oggi dove entrandovi e arrivando al centro dell’arena si ha intorno uno spettacolo di occhi “finestre” che ci sorridono e ci salutano…..Chiese come San Frediano ( uno dei tanti vescovi della città divenuto santo per aver fermato la forza del fiume che esondava, fiume che al tempo si trovava quasi a ridosso delle mura, e con il rastrello riuscì a far rientrare e a cambiarne addirittura il corso……Chiese come il Duomo di San Martino dove ospita la cappella del Volto Santo, un’opera lignea nera rappresentante un Cristo, che la leggenda vuole essere arrivato dall’Africa su una barca e approdato nei pressi di Luni in Liguria, ivi sbarcato fu conteso dall’allora vescovato che attribuiva l’opera facente parte della diocesi di Lucca, qui il solito vescovo Frediano intervenne ponendo il crocifisso su un carro trainato da buoi e poi a un bivio di due strade dove una portava alla città ligure mentre l’altra si incamminava verso sud a Lucca, dette il via ai buoi e aspettò che fossero loro a decidere dove andare…destino volle che si incamminassero verso Lucca. La città ne è sempre stata debitrice e devota a tal punto che ogni 13 settembre viene a lui ( il Volto Santo) dedicata una spettacolare processione che attraversa tutta la città e dove Lucca si accende soltanto con lumini di cera apposti su muri, finestre, torri ecc.

Ma Lucca è anche tradizione culinaria, il Buccellato, un semplice dolce con dentro l’uvetta passa e sapor di anice, che un detto dice ” se a Lucca vai e non compri il Buccellato è come se non ci fossi stato”. E poi come non nominare la famosa pasta di Farro, un antico frumento coltivato nelle vicine montagne della Garfagnana e cotto con brodo di fagioli, oppure i famosi Tordelli, pasta fresca ripiena di carne, verdura ecc. Ma il pezzo forte la Torta coi Becchi o (Bischeri) una torta dolce di pasta frolla ripiena di verdure cotte, spezie, pinoli ecc….vi garantisco una bontà…(potete trovare la ricetta nella mia pagina “Nonna Lina vi consiglia”.

Insomma Lucca è una città da vedere, da ammirare, da respirare e anche d’assaggiare.

(errebi)

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