1919: sono passati cent”anni da quando, tra le colline di un paesino sconosciuto del Piemonte sudorientale, a metà strada tra Tortona e Novi Ligure, nasceva Fausto Coppi.

Con quella sua aria da ragazzo fatto uomo in fretta, anche per colpa dei suoi vent’anni compiuti in tempo di guerra, con quel suo naso così pronunciato, il sorriso discreto, da uomo di campagna, ha saputo entrare nei cuori degli italiani e non solo.

Amatissimo anche in Francia, protagonista del gossip degli anni Cinquanta in un’Italia perbenista e bacchettona, Fausto è stato soprattutto un campione umano.

Un’amica della famiglia, Luciana Rota, giornalista sportiva, ha raccolto le emozioni e i ricordi di suo padre, ha ritrovato le memorie di Bruna, la prima moglie e ne ha fatto un libro.

Con molto piacere, questo pomeriggio ne ho letto alcune pagine, durante una presentazione con l’autrice.

Pagine di storia, di vita, di semplicita’ e delicatezza, di persone comuni, pagine d’amore per la bicicletta, che è un po’ come lo scorrere delle nostre esistenze.

Tra le curve di Castellania si celano sorprese e incognite come nella vita di tutti i giorni.

Nelle incertezze ci si fa più forti, come quando il campionissimo s’alzava sulla sella e pedalava con energia.

A volte si cade, ci si rialza, e se non dovesse succedere, si ha comunque la certezza di avercela messa tutta.