Poesia immortale, di Monia Pin
Io non ho creato alcuna poesia,
lei respirava già in me
i languidi bagliori dell’alba,
quando il mio sguardo
sfiorava i turbamenti del crepuscolo.
Lei muoveva sicura i suoi passi
quando io a malapena scorgevo
chiazze d’aurora indugiare nel buio.
Lei è la genesi di un infinito
del quale percepisco appena
variegati accenti confusi nel silenzio,
e non posso che contemplare
l’immortale sacralità
della sua eterna bellezza,
quando già ebbra della grazia concessa
accolgo trepidante gli inediti riverberi
del suo eterno amore.
Fu un battito d’ali il primo verso,
la poesia un volo radente,
come il librarsi di un’araba fenice
risorta prontamente in me
quando mi credevo solo cenere.
Monia Pin