(by I.T.Kostka)

Accogliamo tra di noi i nuovi, valenti autori emergenti: ALESSANDRA SOLINA, conosciuta anche come MARA CONSOLI. Nella sua scrittura ondeggia tra il classico, descrittivo poetare e il moderno sperimentare. Usa un linguaggio spesso fantasioso, onirico che sottolinea la vivace creatività dell’autrice. Versi liberi, sciolti, scorrono spontaneamente come un racconto, a tratti sfiorano quasi “prosa poetica”. Sicuramente il mondo visionario e interessante, segnato dalla sensibilità e dall’infinita immaginazione di Alessandra.

• NOTA BIOGRAFICA

Alessandra Solina ha iniziato a scrivere poesie on line sotto lo pseudonimo di Mara Consoli nel luglio del 2017.
Alessandra è nata e vive a Cecina (Livorno), ed è appassionata da sempre di letteratura, arte e lingue straniere. Si è laureata in Storia Moderna presso la Facoltà di Lettere di Pisa.
Per alcuni anni è stata impiegata nel settore turistico, svolgendo contemporaneamente attività presso l’associazione culturale con la quale tuttora collabora. Presso la stessa si occupa della promozione di eventi riguardanti la violenza di genere ed il confronto interc\nulturale ed interreligioso, nonché iniziative di vario genere, con particolare attenzione ai giovani e agli adolescenti.
A febbraio 2018 è uscita la sua prima silloge, “Atomi sparsi”, nella collana “Gli Emersi” della Aletti Editore. Sue poesie sono state scelte per l’antologia “Le Maree della vita” ed edita da CTL. Una sua opera è arrivata finalista al Contest Letterario “E in arrivo Santander” a cura dello scrittore e attore Giuseppe Carta (edita da Il Caso Editore Paradigma NOUU). Una sua poesia è stata selezionata al Concorso Nazionale di Poesia Coelum 2017.

• ALCUNE POESIE SCELTE

IDENTIKIT

Amo sparire dalle immagini,
foto ritoccate di risa.
Rannicchiata nell’alveolo
di una conchiglia
ormai lontana dal mare,
lontana da sozze spume,
non può cancellarmi l’ombra del vento.
Le orme di passi secolari
sono state inghiottite da comete.
Implodono gli astri,
gara di fossili inceppati.
Con sforzo erculeo
oltrepasso il cadavere di una poseidonia
e giungo al mirto dal solitario fiore.
Ora so chi sono.

ME E ALICE

E bello leggerle negli occhi
l’amore.
Un tempo ne ero affetta anch’io
e travisavo il mondo,
lo traboccavo ovunque.
Ora neanche uno scalpello
per il mio cuore d’ebano
a lenire anni di privazioni.
Ammiro il suo sguardo,
increspo le mie labbra
che subito tornano monolitiche e assenti,
a ricordarmi che la radice è defunta
a causa di stagioni di siccità non corrisposte.
Adesso è arrivata la pioggia.
Troppo tardi.
Non germoglieranno
né le secche sterpaglie,
né le aride pietre.
Guardo i suoi occhi ricolmi di fiori,
e nel loro riflesso i miei di tenerezza.

DRIADE

Questa sono.
Battezzata Driade da mia madre.
Non conosco altro sentimento
che non sia ritorto malleolo,
verde contorsione,
ventagli ventosi di intarsi
e ipotesi annodate alla terra.
Credesti fosse un sogno di caldo
all’ombra delle Esperidi
e non ti accorgesti
che eri impigliato a me.
Allora decisi di versare
antica saggezza nei rovi d’amore
dove si addentrano
i cuori disperati come il tuo.
Non volevo che spine mi imbrattassero
del tuo sangue amaro.
Sebbene non comprenda il tuo male,
conosco l’arboreo conforto.
E te ne feci dono.

Alessandra Solina

Tutti i diritti riservati all’autrice