Attimi di poesia. Grappoli d’uve, di Vittorio Zingone

Grappoli d’uve

Grappoli d’uve inebrianti
s’affaccian
di tra pampini dorati
a bere raggi tiepidi di sole
prima d’esser colte
e vendemmiate.

Rondini a stormi
nereggiano nel cielo
spesso azzurro;
poi, garrendo un addio
di speranza, si dileguano
oltre case e cime d’alberi infiniti.

Sorgon nebbie
da zolle appena arate,
la luce si restringe a fisarmonica,
tornan le scuole
a risuonar di grida
e di silenzio,
a pie’ degli alberi
si stendono tappeti.

Non piu farfalle, api laboriose,
danzan nel sole languido,
assonnato;
non più lucertole
sfreccian sopra i muri,
o il gaio passerotto
su tetti sopra rami pur cipia.

Una malinconia dolcissima
l’anima ti svena,
una malinconia
che ti fa meditare sulla vita
quand’e’ per giungere ormai
al capolinea.
j
Eppure dentro, segreto, irriducibile,
un granel di speme
cova sotto cenere;
e suscita
un mite zefiro che spira
una pianticella
che risarà trionfo di vita
in primavera.