Il tratto dell’estensione” di Adua Biagioli su La Nuova Tribuna Letteraria 

(Rivista di Letteraria ed Arte)

Recensione del Prof. Giorgio Poli – Pag. 50 della rivista. Estratto di recensione:

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“Il tratto dell’estensione (La Vita Felice Editore) è il secondo libro di poesia di Biagioli Spadi, facendo seguito a distanza di tre anni a “L’Alba dei papaveri” con cui va in qualche modo raffrontato. Registro nel passaggio un discreto livello di evoluzione e di sviluppo. Il libro di esordio era molto composito, ricco di testi (69, non suddivisi in sezioni) e di nuclei tematici; qui conto 42 poesie e una superiore compattezza tematico- strutturale. 

Ci sono tre sezioni fornite di titoli epigrafici luminari di autore. Le poesie, a differenza del libro precedente, sono prive di titolazione…/La Stimmung (stato d’animo) di fondo, sottesa alla superficie testuale, è l’inquieta fragilità propria di chi ha tentato di decifrare l’enigma del vivere senza riuscirvi.

Questa disposizione è all’origine di un nucleo tematico forte. La parola “fragilità” è il primo sostantivo che si incontra ad apertura del libro e il segnale non è trascurabile…/L’opera richiede un lettore paziente che non sia ossessionato dalla ricerca di un senso, ma sappia e voglia affidarsi ai lampeggiamenti, ai bagliori che accendono l’immaginario dell’autrice che sono all’origine di un verseggiare del tutto personalissimo, ricco di esiti inopinati, freschi, suggestivi, specie quando incarna la propria fragilità inquieta nella rutilante metamorfosi del mondo naturale.

C’è un’anima messa a nudo? No, direi che essa si rivela e nasconde in egual misura.  Perchè fa questo? Perchè la poesia non prevede la confessione. La vera poesia sa conseguire il perfetto equilibrio tra detto e non detto.  L’anima dell’io è indifesa di fronte al ventaglio di possibilità che si affacciano all’orizzonte dell’esistenza. 

E’ assetata di vita, ma avverte che essa è sfuggente, imprendibile: le parole della poesia sono l’esile mezzo per afferrarla, o quantomeno per sorprenderla in alcuni momenti speciali, privilegiati. 

Perciò la sua vicissitudine intreccia ascese e cadute, partenze e ritorni, illusioni e delusione, lacerazioni e recuperi…/Il tratto dell’estensione racchiude un’urgente e dirompente energia emotivo-espressiva, che origina tensione drammatica ma anche aggraziata distensione quando tratta i colori (assoluto primato del rosso con tutto il simbolismo che ad esso si associa) e i profumi dei fiori…”. Prof. G.Poli