Carlo A-Valle nella Storia di Alessandria racconta della famiglia Guasco

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“Senza tema d’errore, noi possiamo chiamare questa famiglia come prima in Alessandria, vuoi per nobiltà di natali, vuoi per abbondanza di fortune, vuoi per valore, vuoi finalmente per intelletto.

I Guaschi vennero dalla Francia in Italia due secoli prima della fondazione di Alessandria: e intorno al mille avevano già poste le loro stanze nella terra di Borgoglio,dove abitarono sempre, fino a che il villaggio venne distrutto, per dare luogo alla cittadella, che vi sorge di presente.

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In Borgoglio i Guaschi avevano acquistate vaste campagne e rizzati forti castelli: cosicché vi stavano con maniere principesche. E nei vedemmo quel Scipione, che, nella crociata del millenovantanove, combatteva eroicamente in levante per la fede di Cristo e meritava di essere celebre negli immortali versi di Torquato.
Appena sorse Alessandria, i Guaschi ne furono campioni zelanti e benefici; la loro famiglia si schierò tra le guelfe del comune: e per tutto il tempo in cui duravano le fazioni maledette, fu sempre antesignana del partito.

Per cui ebbe molte volte a soffrire saccheggi e rovine: segnatamente nel milledugentotrentadue, nel quale anno il popolo trasse a furia alle sue case e le diede alle fiamme. l Guaschi ebbero in grado eminente e in ogni tempo il peccato della nobiltà, l’orgoglio: quindi non sempre posposero i rancori privati al pubblico bene: e nocquero molte volte alla patria, alla quale, senza però farsene tirarmi, insidiarono le forme democratiche, finché interamente le spensero.

I Guaschi furono sempre avversi ai marchesi di Monferrato, cui sovente debellarono: ai Visconti e agli Sforza, di cui ruppero più d’una volta il giogo: e al dominio spagnolo, a cui sempre di cattivo grado si rassegnarono.
All’incontro desideravano e invocavano più fiate il governo francese, al quale fedeli si mantennero infino all’ultimo. E ciò non era per avventura difetto d’amor patrio: avvegnachè non sia delitto di lesa carità cittadina lo scegliere fra le signorie straniere, quando un governo nazionale è fatto impossibile.


La famiglia Guasco fu liberale verso la religione, all’uso dei tempi: e nel mille trecento concorse all’erezione della chiesa e del convento di santo Stefano in Borgoglio, arricchendo l’uno e l’altra di edifizi e di rendite. Nella tirannide di Facino Cane, mentre Alessandria non osava levare la testa, i Guaschi soli e i loro aderenti gli resistevano: e molti di loro lasciarono da martiri la vita sul patibolo: molti, abbandonate le patrie sedi, si dispersero nel Piemonte e furono stipiti di nuove famiglie.