Francesca Paola Noschese

Benvenuta, Francesca!

Sono felice d’avere l’occasione di intervistarti e in particolare di presentarti ai lettori di Alessandria today. Al di là della conoscenza che abbiamo già di te, sia in qualità di componente della redazione, sia attraverso le poesie che hai sin qui pubblicate sul sito, i lettori e io avremo così la possibilità di conoscerti meglio e di conoscere meglio le tue attività, non soltanto quella letteraria.

Esiste un nesso sentimentale e culturale tra te e la tua città? Un nesso che forse è latente nel tuo poetare?

Ho vissuto nello stesso posto praticamente tutta la vita. Sono cresciuta sul lago di Iseo tra paesaggi naturali invidiabili e vigneti famosi anche fuori dall’Italia. Certamente amo questo territorio. Offre molte occasioni per staccarsi dal traffico e dallo stress e questo aiuta la creatività.

Potresti dirci se ritieni che il lavoro che svolgi limiti il tempo che vorresti dedicare allo scrivere?

Non eccessivamente.

Nella tua biografia dici che vorresti conseguire un master in REIKI. Ci puoi dire di cosa si tratta e se pensi che questo si possa conciliare con la tua attività di poeta?

Certamente. Reiki è una disciplina olistica di riequilibrio energetico e soprattutto un percorso di meditazione e studio di tipo filosofico/ spirituale che prende spunto dalle antiche filosofie orientali quali Buddhismo, Induismo, Taoismo e Shintoismo. Parte di questo percorso consiste in un gran lavoro di autoconoscenza.
Il percorso Reiki mi ha aiutato fra le altre cose a riconoscere quel lato creativo di me che prima ritenevo poco utile.

Nella biografia dici che hai iniziato a scrivere da poco tempo e sotto lo pseudonimo di PF JoyLotus. Potresti dirci quali sono state le ragioni che ti hanno spinto a pubblicare con uno pseudonimo?

Diciamo che è stata una scelta dettata dall’insicurezza e dalla paura del giudizio.

Quali sono le letture o l’autore che preferisci? E quali quelle letture (o quell’autore) che hanno contribuito alla tua formazione di poeta?

Il mio genere preferito sono i romanzi storici ma mi piace molto anche la saggistica e i thriller. I miei autori preferiti sono Ken Follett, Valerio Massimo Manfredi, Donato Carrisi e Igor Sibaldi. Non ho poeti preferiti o a cui mi ispiro anche se mi piacciono Neruda, T.S. Eliot, Alda Merini.

Giorgio Caproni diceva che il poeta è un po’ come un minatore che scava finché non trova un fondo nel proprio io che è comune a tutti gli uomini. Ti riconosci in questa affermazione?

Totalmente

Come concili le affermazioni di Giorgio Caproni col tuo bisogno spesso confessato di fuggire dai tuoi problemi e da quelli del mondo? Forse ritieni che scopo della poesia e dell’arte in generale sia quello di offrire un’evasione dai problemi che affliggono l’uomo?

Inizialmente, prima di prendere coscienza che potevo far poesia ritenevo le varie forme d’arte una fuga dai problemi. Invece più vado avanti nella mia attività più invece mi rendo conto di come sia un modo di starci dentro. La reazione a ciò poi è sicuramente soggettiva. Il poeta che scava nel profondo somiglia per certi versi al ricercatore spirituale. Scavare dentro di sé non è un lavoro facile.

Molti autori per sfuggire al collo di bottiglia dell’io, in cui restano intrappolati i poeti, scrivono poesie esternando pensieri filosofici che rendono la poesia ancor più incomprensibile e fredda. Quale forma espressiva (lirismo o antilirismo) pensi che il poeta debba privilegiare?

Io prediligo la forma istintiva.

Nella tua biografia accenni brevemente al desiderio che le tue poesie vengano pubblicate da una casa editrice. Pensi che la pubblicazione sia necessaria alla diffusione delle proprie poesie?

Sì penso che aiuterebbe la diffusione. Per me personalmente l’essere scelti da una ce significherebbe inoltre rendere più credibile quello che faccio.

Cosa ne pensi del poeta a cui Baudealire si rivolge dicendogli che deve per « gagner ton pain de chaque soir,/Comme un enfant de chœur, jouer de l’encensoir,/Chanter des Te Deum auxquels tu ne crois guères »? (per una corretta comprensione ti aggiungo qui la mia traduzione di questi versi tratti dalla poesia La Muse Vénale in “I Fiori del Male” da me curato: per “guadagnarti il pane di ogni sera,/ come un ragazzo del coro scuotere l’incensiere,/ cantare quei Te Deum ai quali non credi”)

Si riferisce a qualcuno che si mostra diverso da quello che è realmente per essere accettato dalla società.

Mi piacerebbe che tu mi parlassi delle raccolte di poesia che hai pubblicate. Fra le tematiche che la vita offre al poeta o che il poeta sente nell’intimità del proprio cuore (natura, sentimento d’amore, eros, amicizia, famiglia, attenzione verso gli altri, temi politici), quali hai affrontate?

I miei scritti sono per lo più personali. Nascono da esperienze, dai miei interessi, alcuni parlano dei processi della natura, della condizione umana restando fuori dalle ideologie e naturalmente d’amore.

Il bello del cammino”, la prima raccolta, è nel complesso una riflessione su come si può raggiungere un certo equilibrio interiore nonostante gli ostacoli che possiamo incontrare dentro e fuori di noi con un occhio per lo più sognante sul mondo. E’ una raccolta di poesie composte nel corso di circa tre anni ispirate soprattutto da esperienze personali.


Le sfumature del loto” invece è una raccolta composta da tre sillogi diverse ( Tornare nel mondo, Ultimo desiderio, Risvegliami Amore) composte da poesie scritte nel corso dell’ultimo anno.
Le prime due sono composte da poesie via via sempre più oscure e sono state scritte in periodo della mia vita in cui mi sono ritrovata molto a “scavare a fondo” fino a rischiare di perdermi.
“Risvegliami Amore” racconta invece una lenta risalita e un nuovo equilibrio più maturo.
Sia “Il bello del cammino” che “Le sfumature del loto” sono autopubblicate appunto con lo pseudonimo di PF JoyLotus e disponibili su Amazon.

Ci potresti spiegare il senso di quella tua poesia che inizia col verso “Il mondo non ha bisogno” ( qui per il testo) e si conclude con “Il mondo non ha bisogno / di venerare il sole che sorge” in cui sembri affermare che il mondo non ha bisogno dell’arte, né di tutto ciò (pace, amore, religione) di cui normalmente si ritiene che abbia bisogno?

“Il mondo non ha bisogno” nasce da delle riflessioni su certe cose che società moderna ritiene poco importanti e su come vengono considerati artisti e poeti. Ne è nato una specie di gioco psicologico, una “negazione al contrario”.

Quale è stato il tuo primo pensiero dopo aver pubblicato la tua prima raccolta di poesie?

E’ stata una bella soddisfazione vedere la raccolta prendere forma e sapere poi che c’era qualcosa di mio là fuori.

Ritieni che la tua presenza sui social, tipo facebook, google o instagram, o comunque pubblicare i propri pensieri per mezzo di internet sia utile alla tua attività di poeta?

Sì certamente.

Ogni prodotto letterario scaturisce dalla fantasia dell’autore. Quali differenze ritieni che ci siano tra uno scrittore e un poeta, al di là della forma letteraria?

Sono due forme espressive diverse. Lo scrittore racconta una storia così com’è che sia di fantasia o ispirata a fatti reali, in entrambi i casi conta anche il background personale e culturale. Il poeta non direi che racconta una storia ma uno stato e parla spesso per simboli, anche qui secondo me conta il background come per lo scrittore.

Come si colloca la tua attività nel panorama del femminismo? Non credi che per una donna poeta sia importante dare il proprio contributo?

Preferisco non esprimermi su queste cose.

Secondo te cosa pensa la gente dei poeti e degli scrittori? Qual è il loro peso sulla società, ammesso che ne debbano avere?

Purtroppo penso che non sono presi sul serio. C’è chi ne è affascinato e chi li vede come perditempo. La scrittura ha eccome peso sulla società. La gente è continuamente circondata da storie ed è influenzata da esse (libri, film, pubblicità). Probabilmente alcuni pensano che si scrivano da sole…

Qual è la tua opinione sulla politica italiana relativamente alla cultura in generale?

Preferisco non parlare di politica.

Cosa consiglieresti ad un giovane o a una giovane che iniziano a scrivere?

Consiglierei semplicemente di esprimersi come meglio credono senza farsi condizionare dai giudizi. Di essere se stessi sempre.

Stai già scrivendo una nuova raccolta poetica? Puoi farci qualche anticipazione?

Attualmente non è in programma però chissà…

Fra le poesie che hai già pubblicato su Alessandria today qual è quella che vorresti sottoporre in maniera particolare all’attenzione dei lettori? La pubblicheresti qui di seguito?

Viste le domande mi verrebbe in mente “Poeta nel mondo” (qui)

POETA NEL MONDO

Il poeta vive nel mondo
ma sogna mondi.
Il poeta ama la pioggia
ma cerca sempre il sole
per scaldarsi.
Cade nel fango, si sporca,
ma ci vede argilla
per plasmare.
L’anima poetica è sincera
anche quando narra
delle proprie illusioni.

Progetti per il futuro e sogni nel cassetto?

Intanto continuare a scrivere e a sognare poi si vedrà.

Grazie di questo tempo che ci hai dedicato, Francesca. E grazie anche di questi tuoi versi che indicano quale cammino ogni essere umano, e non solo ogni poeta, deve intraprendere per essere parte integrante del mondo, “utile” alla bellezza e al progresso (quello vero).
E come tu stessa affermi, il poeta ogni qualvolta “vede nel fango argilla da plasmare” deve modellarla, deve rivelare la bellezza che vi si nasconde, deve offrirla all’umanità anche se così facendo si sporca le mani e si assume la responsabilità delle proprie scelte ideologiche e politiche.