Il primogenito dei Ferchaux, di Georges Simenon

In una Nota premessa al testo, Simenon decide di rinfrescare la memoria dei lettori sullo scandalo che a meta degli anni Trenta aveva travolto l’immenso impero economico dei fratelli Ferchaux, giunti in Africa alla fine dell’Ottocento come passeggeri clandestini.

Il primogenito

Per alcune settimane l’affaire aveva occupato le prime pagine dei giornali: con quali mezzi era stata accumulata quell’enorme fortuna? Di quali complicita avevano goduto i due fratelli negli ambienti coloniali, politici, finanziari? E soprattutto: che fine aveva fatto il vecchio Dieudonne, il primogenito, il “bianco-con-una-gamba-sola”, il “Satrapo dell’Ubanghi”, il trafficante senza scrupoli che dal suo rifugio in Normandia aveva turbato con le sue rivelazioni i sonni di molti potenti, ed era poi misteriosamente scomparso? E qui che comincia il romanzo, ed entra in scena colui che ne sara il vero protagonista: Michel Maudet, un giovane spiantato e ambizioso che si fa assumere come segretario da Dieudonne Ferchaux.

Piu ancora dell’intreccio, piu delle peripezie che porteranno i due uomini da Caen a Dunquerque e da Tenerife a Panama, dove la vicenda trovera il suo efferato epilogo, quello che interessa a Simenon e la partita che si gioca fra due esseri inizialmente legati da una segreta connivenza: il vecchio, che crede di ritrovare nel ragazzo qualcosa di se ma ne intuisce anche l’inconsistenza e la crudelta, e il giovane, che dopo aver subito il fascino dell’avventuriero finisce per tenerlo in suo potere. Una lotta fra complici incompatibili, un duello che si svolge in una zona oscura, perfettamente congeniale a Simenon.

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