Racconti. Dialogo impossibile, di Patamu Marco Gallo

Io scrivo

dialogo

Dialogo impossibile

– Ciao mamma. – Le dissi.
– Come stai? – Mi chiese appena aprì la porta, guardandomi negli occhi, senza rispondere al mio saluto.
Dovevo avere proprio una brutta faccia se mi chiedeva come stavo, pensai.
– Bene. – Le risposi, mentendole come sempre.
Abbozzò una mezza smorfia, come per dire “Se lo dici tu.”
Se avessi risposto diversamente si sarebbe dispiaciuta ma solo per qualche attimo, poi avrebbe comunque iniziato a vomitarmi addosso le sue cose, come sempre. Lei non concedeva spazi, né tregua, del resto non gliene fregava proprio niente, figurarsi di come stavo. Era solo una frase d’apparenza, come molto altro. In fondo mi aveva messo al mondo e quello mi doveva bastare.
Si accostò come al solito per darmi un bacio, ricambiai il gesto.
Mi guardò negli occhi nuovamente, come per scrutare il mio stato. Non l’aveva mai fatto prima. Forse la vecchiaia l’aveva resa più sensibile? Gli occhi avevano una leggera patina, come le persone molto anziane hanno. Non me n’ero mai accorto, non mi ero accorto di quanto tempo fosse passato.Potevo dirle che stavo di merda? Potevo dirle che stavo smantellando mattone su mattone il muro che lei mi aveva costruito intorno? Potevo dirle che stavo ancora riempiendo i vuoti che aveva creato e forse non mi sarebbe bastava questa vita? Avevo compreso che ad ogni ceffone ricevuto da bambino alcuni mattoni si aggiungevano al muro. E quando poi, lacrimando il suo perdono, nel tentativo d’abbracciarla mi allontanava, lunghi chiodi s’infilavano in profondità nel terreno attraversando i miei piedi. La mia anima era bloccata, ferita e sanguinante.
Potevo dirle che a volte per smontare alcuni mattoni, quelli meglio cementati, li dovevo prendere a spallate, e anche a testate fino a sentire un dolore profondo e sordo, fino a che lacrime e sangue ingorgavano il mio cuore?
No, non potevo proprio dirglielo come stavo, il suo cuore non avrebbe retto, forse non avrebbe nemmeno capito. Io la parte di muro che conteneva la rabbia e l’ira verso di lei l’avevo già rimossa.

© Patamu Marco Gallo