L’ESILE RAGAZZA DI VIA FULVIO TESTI, di Vito Sorrenti

l'esile

L’ESILE RAGAZZA DI VIA FULVIO TESTI

Di notte
in Via Fulvio Testi
un’esile ragazza
inchiodata all’asfalto coi tacchi del profitto
mette in mostra i suoi acerbi frutti.
E’ certo
quell’esotica bellezza
che offre i suoi frutti col lutto nel cuore
è estranea al mio cuore.
Eppure
ogni volta che la vedo salire
sull’auto elegante della lussuriosa opulenza
penso a lei, all’adolescente costretta
al viscido tocco di tentacoli sinistri.
Penso a lei e ai suoi guizzi impediti
dal ceppo schiavista.
Penso a lei e al suo sguardo di cerbiatto
che cerca
fra i mesti palazzi d’un’attristante edilizia
il prato fiorito dell’infanzia perduta
la remota ombra dei palmizi
l’assente lussureggiante foresta.
Penso a lei e ad altri:
ai delicati virgulti afflitti da gelida sferza
ai gracili passerotti trafitti dagli sparvieri della notte
ai derelitti alla deriva nel mare della miseria
ai fulgidi fiori avvizziti sulle navi negriere…
e a molte altre e a molti altri ancora.
E l’ira mi morde il petto
e il sapore amaro del fiele mi sale in bocca
e il flutto della commozione m’inonda gli occhi.
E impreco contro questo cielo diaccio
e maledico questa terra guercia
ché l’uno non ode l’urlo che agghiaccia
e l’altra non vede il dolore la miseria il lutto.

Tratta da “Vagando con la mente”, Edizioni Helicon, 2002