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Unico corpo

Nel sogno sei così sfumata,
come in un blur di photoshop
sarà che al risveglio fatico a ricordare
ma ricordo l’ incanto.
Allora, nei disegni di domani
ti dipingo una vagina purpurea tra le gambe

con pennellate feroci e marcate
e poi sto a guardarla
e penso che non ne sono degno
perchè non è origine
o nascita
ma meta e desiderio di possessione.

Desiderio di entrarci
in quel buio profondo che ho disegnato tra le pieghe
di venirti dentro ad abitare
e non volerne più uscire,
o non riuscirci più.
Ma non c’è lo stesso incanto,
così prendo e sfumo tutto
con un blur di photoshop.
E d’ improvviso
il mio corpo è il tuo corpo
e il tuo il mio
il mio sesso è il tuo
e il tuo il mio
è ancora incanto
non importa più cosa c’è tra le gambe.

Sei tu che vieni ad abitare.

Immagine Alvin Booth

Alvin Booth