Nuraghe Iscolca ( Semestene ) Età del Bronzo 1.500 – 1.800 a.c., di Diego De Nadai

Nuraghe Iscolca ( Semestene ) Età del Bronzo 1.500 – 1.800 a.c.

Il sito era caratterizzato da una struttura che comprendeva numerose capanne di diverse dimensioni, muraglie difensive, ed un nuraghe trilobato. L’ubicazione, (da cui è possibile controllare un’area molto ampia), la notevole estensione e la complessità architettonica del villaggio sono elementi che riconducono a un luogo di eccezionale interesse archeologico.

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Il toponimo, attribuito al termine SCOLCA di epoca giudicale, determina un organismo finalizzato al controllo militare di un territorio, perciò può essere considerato come un importante indicatore della continuità d’uso del sito in età medievale.

I nuraghi sono conosciuti ovunque come il simbolo della Sardegna.
Elemento architettonico presente solo nell’isola, e in nessuna altra parte del mondo, fu il centro della vita sociale degli antichi Sardi e diede il nome alla loro civiltà, quella nuragica.
I nuraghi, risalenti al II millennio a.C., sono torri in pietra di forma conica con camera interna coperta con volta a falsa cupola o tholos.
Diffusi in tutta l’isola, se ne contano circa 7.000, o 8.000 secondo altre fonti, in media uno ogni 3 chilometri quadrati, ma si suppone che in passato fossero più di 20.000.
I nuraghi costituiscono i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati di tutta l’Europa.
Nel 1997 i nuraghi, e con essi la civiltà nuragica, sono stati classificati dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Su Nuraxi, città nuragica nei pressi di Barumini, nella provincia del Medio Campidano, è stato riconosciuto come l’esempio più importante e rappresentativo dell’architettura nuragica.