Momenti di poesia. ANIMA D’INCHIOSTRO, di Loredana Mariniello
STORIA DI UNA CAPINERA IN VERSI
ANIMA D’INCHIOSTRO
Dal petto cola giù l’anima,
come nero inchiostro,
scarnifica lo scheletro
senza lasciar livido.
Sul foglio, in tutta quella china,
dolcemente ,si scioglie
una bianca pena
e il cuore evita il baratro
e levita altero albatro.
La lacrima scopre il suo spirito
che muta in silente parola,
silente, come questa preghiera
che inerme mi muore in gola.
Rivedo una sagoma pallida,
fissarmi coi suoi occhi d’aurora,
ma il sole non mi entra più in vena
e languo derelitta e sola
in una piccola e fredda cella
dalle alte e invalicabili mura
tra lugubre e immaginarie figure
che incuton soggezione e paura.
Fuor da una stretta finestra
non è volato via il sogno,
mentre in un vortice gira la mia testa,
m’accorgo, senza ritegno
di aver ancor di lui bisogno
e l’agonia di un felice ricordo
langue in un superbo, recondito ballo,
quando, offrendo all’amato la mano,
ero un fragile fuscello al vento
e in tutto il mio essere
forte tremavo.
Tremavo e in mille voragini
lentamente, cadevo,
lieta mi struggevo
volando beatamente
in un cielo straniero.
Palpitava il suo cuore,
ardentemente avvinghiato al mio,
rinchiusa nel tumultuoso turbamento,
invocavo supplichevole l’aiuto di Dio !
Ma non fu inghiottito dal suolo,
quel casto desiderio
e, oggi ,nel mio strambo pensiero
si alternano giubilo e gelo.
Guardando distanti le stelle,
s’abbracciano quattr’occhi amanti,
seppur divisi per sempre,
si incrociano in scintille d’istanti.
E bacio le mie scarne mani
umide di quell’ antico pianto
e sotto la nuda epidermide sento
l’ardore divino di un proibito contatto.
Cresce come fiamma il tormento,
sbraita folle in me un nostalgico lamento,
inudito si perde in un feroce vento
che smorza di colpo il mio canto.
Il mondo è sordo e cieco al sentimento
che muore in un rapidissimo schianto,
perisco tradita da un incontro
che repentinamente
mi ha stravolto l’incanto.