Cronaca di un mondo
Fu in un inverno di tanti anni fa
che ho abitato alla periferia di Milano
quando ancora la neve imbiancava le fabbriche
e dalle case uscivano operaie e operai
come uccelli in cerca di cibo.
Oscillavano mezzi assonnati
avanti e indietro lungo i binari
parlavano dell’incertezza
del loro futuro, della povera paga
delle giornate che non avevano fine.
Già neri e stanchi dentro i vagoni
dai finestrini opachi di nebbia all’esterno
e all’interno dai fiati scaldati
dai corpi senz’aria per respirare.
Studenti parlavano a voce alta
e sghignazzavano dei professori
dei loro volti pieni di paura.
I più fanatici gambizzavano i riottosi
e altri uccidevano
magistrati e politici.
Erano gli anni dei primi amori
quando lei con il pugno alzato
inneggiava alla vita con il sorriso
smagliante dei suoi diciott’anni
e i capelli volavano al vento
come una sciarpa di seta tra le mie mani.
Guardavo…
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Grazie del reblog, Pier Carlo.
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