Una riflessione di Valeria Montaldi

Riflessioni da scrittrice durante una notte insonne. Detto che, almeno qui in Italia, la narrativa che va per la maggiore è quella “gialla” (o poliziesca, o thriller, chiamatela come volete, non c’è grande differenza), detto che il motivo per cui questo genere si vende senza difficoltà è legato alla volontà di esorcizzare il male da parte del lettore (“e’ tutto finto, quindi il male è solo sulla carta”), detto che invece, purtroppo, il male esiste davvero e che finché non lo troviamo pronto ad azzannarci non ce ne rendiamo conto, mi chiedo se noi scrittori non potremmo, almeno di tanto in tanto, volgere lo sguardo (o meglio, spostare le dita sulla tastiera) verso altre tematiche.

L’umanità è fatta di bene e di male, come sappiamo tutti, e quindi basta descriverla con cura, senza il bisogno, credo, di aggiungere sangue “finto” a quello che già ci cola intorno.
P.s.- questa riflessione, prima che ad altri stimatissimi colleghi, è rivolta a me stessa, ovviamente…