A quel tempo, di Gregorio Asero

I giorni della gioia

Per chi avesse voglia di leggere qualcosa di scorrevole e veloce. Un libro ricco di sentimenti, dalla felicità al tormento, dall’amore all’odio. Tutto questo è come se fosse racchiuso in un fazzoletto. Sapete quegli enormi fazzoletti a quadri, annodati all’estremità di un bastone in spalla ai viandanti? Ecco in quel fazzoletto sono racchiusi molti dei miei ricordi. Ricordi accarezzati dal tempo.

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In questo racconto narro di fatti avvenuti in gioventù, spesso slegati fra di loro, così come lo sono, a volte, i nostri sogni. Ho forse esagerato e ingigantito nel raccontare alcune avventure, e non sempre i personaggi cui mi riferisco, sono reali. Il dono improvviso della memoria non è sempre così semplice.

C’è spesso, in quei momenti in cui ci si lascia scivolare verso il ricordo, una varietà di realtà diversa, in cui si crede di poter scegliere come in un gioco di carte. Questo racconto, non vuole essere un romanzo che abbia un filo logico o una sequenza di avvenimenti che si susseguono nel tempo e nei luoghi, ma vorrebbe che, il lettore, lo immaginasse come un album fotografico da sfogliare.

Con la differenza che al posto delle immagini ci sono delle parole, delle descrizioni. Sarebbe bello se il lettore, nella sua mente, riuscisse a trasformare le parole e i luoghi descritti, in immagini. In questo caso avrei raggiunto il mio scopo.

Un libro ricco di sentimenti, dalla felicità al tormento, dall’amore all’odio. Il tutto sembra racchiuso in un fazzoletto. Sapete quegli enormi fazzoletti a quadri, annodati all’estremità del bastone in spalla ai viandanti? Ecco in quel fazzoletto sono racchiusi i miei ricordi. Ricordi carezzati dal tempo.

Il racconto narra di fatti avvenuti in gioventù, spesso slegati fra di loro, così come lo sono i nostri sogni. Ho forse esagerato nel raccontare alcune avventure, e non sempre i personaggi cui mi riferisco sono reali.

Il dono della memoria non è sempre veritiero. C’è spesso, in quei momenti in cui ci si lascia scivolare verso il ricordo, una varietà di realtà diverse, in cui si crede di poter scegliere come in un gioco di carte.

Il racconto non vuole essere un romanzo che abbia un filo logico di avvenimenti, di tempi e di luoghi. Vuole che, il lettore, lo immagini come un album fotografico da sfogliare, dove al posto delle figure ci sono delle parole, delle descrizioni.