Guardiamo sempre ad un’agricoltura garante della sicurezza alimentare, partendo dal rispetto delle norme di produzione. Ne parliamo con Paola Ferrari (Chiamparino Sì-Demos)

Paola FerrariAgricoltura

Paola Ferrari candidata nel collegio elettorale di Alessandria alle Elezioni regionali del prossimo 26 maggio nella formazione civica “Chiamparino Sì-Demos”, proprio per il suo passato di imprenditrice del settore, non può non parlare di agricoltura. Materia sulla quale la Regione ha competenze dirette.

“Per la prima volta negli ultimi vent’anni, il Piemonte è la quarta Regione più virtuosa del Centro-Nord per quanto riguarda i pagamenti previsti dal Piano di sviluppo rurale. Davanti solo le Province autonome di Bolzano e Trento e il Veneto. Nel 2018 il Psr ha quindi raggiunto e superato gli obiettivi fissati dalla Commissione europea – sottolinea – Il programma ha attivato a circa il 90 per cento delle risorse disponibili, equivalenti a circa 960 milioni di euro a fronte di un budget totale per il periodo 2014-2020 di poco più di un miliardo di euro di finanziamento pubblico” .

“Il Piemonte oggi, grazie alla Giunta-Chiamparino, ha una nuova legge quadro per l’agricoltura – spiega Ferrari – Il riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale ha infatti comportato l’abrogazione di 35 delle 45 leggi vigenti, oltre a cinquanta articoli in materia, contenuti nei vari provvedimenti regionali. Si tratta di una vera e propria legge quadro necessaria per snellire, semplificare e rendere attuale la legislazione regionale, alla luce della trasformazione dell’imprenditoria agricola e della sfida ambientale e climatica. Si è voluto soprattutto offrire attenzione ai territori più fragili e alle imprese più piccole, dove è necessario creare opportunità”.

Fra le principali novità, figurano la banca della terra per permettere l’uso agricolo dei terreni incolti; la tutela di manufatti come muretti a secco, piloni di pietra dei vigneti, siepi o filari di alberi con valore storico; maggiore tutela della lavorazione e della trasformazione dei prodotti da parte delle piccole realtà contadine, strumento per la difesa del territorio, dell’ambiente e della genuinità degli alimenti; l’agenda digitale per adeguare l’agricoltura all’evoluzione informatica della Pubblica amministrazione italiana

“Il quadro d’insieme del resto è mutato, a cominciare dalla riforma delle politiche comunitarie che sta entrando nelle agende politiche in questi mesi e che si rifletterà sul quadro normativo nazionale e piemontese: quando la vecchia legge fu approvata c’erano le politiche agricole che privilegiavano l’incremento produttivo attraverso il sostegno dei prezzi, il ritiro dal mercato delle eccedenze e l’agevolazione dei fattori di produzione, in un mercato europeo altamente protetto dalla concorrenza internazionale e nel quale i consumi erano molto più standardizzati di oggi – aggiunge Ferrari – A quasi quarant’anni dalla legge 63 ‘Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste’, arriva questa norma di riordino, che intende anche proporsi come legge quadro per gli interventi regionali in materia di sviluppo agricolo, agroalimentare, agroindustriale e rurale destinata a durare nel tempo”.

Ma in che direzione deve guardare l’agricoltura piemontese?

“Giungere ad una sempre migliore qualificazione delle produzioni in un’ottica di filiera integrata che muova dal campo, passi alle operazioni di trattamento aziendale dei prodotti e si concluda con la loro valorizzazione e commercializzazione. È questo uno dei principali obiettivi da raggiungere – risponde Ferrari -. Bisogna migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli e la loro promozione nei mercati locali e nelle filiere corte. Serve una più efficace penetrazione nei mercati anche attraverso l’organizzazione sistemica delle imprese orientate ad obiettivi condivisi”.

Non a caso, tra le principali strategie, il Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2019-2021 individua la garanzia della corretta concorrenza di mercato tramite i controlli sui prodotti di qualità (Dop, Igp, Igt, Sqn, biologico) e lo sviluppo di forme di valorizzazione e di promozione strutturate per differenti livelli comunicativi (il brand Piemonte, i marchi Dop e Igp, il sistema di qualità regionale, i Pat e i prodotti di nicchia) e per le diverse tipologie di target di consumatore e di mercato (locale, interno nazionale, interno europeo e paesi terzi), con particolare attenzione all’internazionalizzazione delle produzioni agroalimentari piemontesi di qualità.

“Tutto ciò attraverso la garanzia della sicurezza alimentare: dal rispetto delle norme di produzione attraverso analisi chimiche dei vini ai controlli sui residui di prodotti fitosanitari e all’etichettatura e alla tracciabilità dei prodotti zootecnici – conclude Ferrari -. Con il supporto dei Fondi europei, l’agricoltura piemontese guarda anche a facilitare l’insediamento e la formazione dei giovani e all’ammodernamento delle strutture aziendali. Il Defr prevede di indirizzare le richieste di intervento in un’ottica di co-finaziamento pubblico-privato con incentivazione al ricorso al credito. Altro tema è poi quello del valore dell’acqua, del controllo della sua qualità e della corretta gestione delle risorse idriche. Per l’approfondimento delle conoscenze sulle superfici irrigate dai consorzi è prevista la realizzazione dei catasti informatizzati”.