Ultimatum alla terra, di Pier Carlo Lava

Forse c’è ancora speranza…

Il tema dell’inquinamento ambientale è un problema molto serio  e  preoccupante per la salute del nostro pianeta e della nostra società, perciò è nostro dovere tutelare il benessere di entrambi, agendo in modo adeguata: praticando la raccolta differenziata e cercando di produrre la minore quantità possibile di rifiuti.

Alessandria today: Nell’universo niente muore mai veramente, la materia di cui si compone si trasforma e rinasce ma il prezzo del nostro agire se continuiamo come oggi sarà troppo alto da pagare, occorre cambiare subito prima che sia troppo tardi.

Forse c’è ancora speranza perchè a un  passo dal baratro cambiamo tutti.

Dobbiamo ricordare che abbiamo una sola casa la terra, ma nonostante questo inquiniamo la terra, l’aria, cementifichiamo selvaggiamente, soffochiamo i mari e gli oceani con tonnellate di plastica.

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Inquinamento del suolo: è definito come la contaminazione del terreno data da prodotti chimici, materiali tossici, agenti patogeni, materiali radioattivi e altri agenti che possono avere effetti negativi sulla salute degli animali e delle piante. In altre parole, dire che un suolo è inquinato equivale a dire che quella regione di terreno non è compatibile con la vita. L’inquinamento del terreno può compromettere anche le falde acquifere, corsi d’acqua, fiumi e causare autentici disastri ambientali. Può avere un impatto negativo sulla salute umana anche contaminando le colture agricole limitrofe.

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Inquinamento dell’aria: gas provenienti dagli scarichi delle auto, fumi tossici che fuoriescono dalle fabbriche, impianti di incenerimento che rilasciano nell’aria monossido di carbonio (CO), azoto (Nox), zolfo (So2), benzene e ancora idrocarburi e tutte quelle sostanze che sono dannose e modificano la nostra aria.

Il problema dell’inquinamento dell’aria è nato dal momento in cui l’uomo ha deciso di sfruttare le risorse non rinnovabili che il nostro pianeta ci ha offerto (come le risorse fossili).

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Questo pulcino di albatross è stato trovato nell’atollo di Midway, nelle Hawaii, con lo stomaco pieno di oggetti di plastica. Fotografia di Dan Clark, USFWS/AP

Isola di plastica: La Great Pacific Garbage Patch è un isola di plastica del pacifico, la più grande zona di accumulo di rifiuti galleggianti al mondo. È situata in corrispondenza del vortice oceanico subtropicale del Pacifico del Nord, in una regione dove le correnti superficiali formate dai venti creano una zona di convergenza dove si accumulano detriti naturali e di origine umana.

Occorre ricordare che se un giorno dovesse succedere l’irreparabile con la terra distrutta e l’atmosfera irrespirabile, solo i potenti potranno salvarsi emigrando su Marte o su altri pianeti.

Dobbiamo modificare tutti i nostri comportamenti e diventare virtuosi, ora non lo siamo, protestare contro i governi e le multinazionali per spingerli a cambiare, occorre eliminare la plastica, smettere di inquinare l’acqua, la terra e l’atmosfera, produrre alimenti e costruire in modo ecosostenibile, auto e case ecologiche, il rispetto dell’ambiente dovrà essere l’impegno primario e irrinunciabile dei prossimi venti anni.

foto e notizie: www.skuola.netnationalgeographic.it/ – http://www.risparmio-energetico.com/ – www.ideegreen.it