Line, dai bus in bianco e nero a quelli del terzo millennio. Per Alessandria arriva finalmente la svolta?

Enrico Sozzetti

Line arfea

Alessandria: Dietro all’offerta vincolante di acquisto da parte della Line di Pavia (società di trasporto che detiene l’85 per cento del capitale di Amag Mobilità) per l’Arfea di Alessandria, società in concordato preventivo, c’è una operazione che potrebbe ridisegnare in modo radicale l’intero trasporto pubblico locale e determinare un cambio di rotta che nel medio periodo potrebbe anche aprire a nuovi scenari rispetto all’integrazione fra gomma e rotaia.

Il dato di cronaca è che da ieri la Line è pronta agarantire finanziariamente il piano di concordato e se il Tribunale darà il via libera alla proposta avverrà il passaggio di proprietà (dopo che l’assemblea dei creditori avrà anch’essa espresso parere positivo).

Per la provincia di Alessandria significherà chiudere definitivamente una pagina di storia che è stata aperta nel 1954 con la fusione delle società Sate (Società anonima trasporti elettrici) e Saa (Società anonima alessandrina) che ha dato vita all’Arfea – Aziende riunite filovie e autolinee Spa.

E nello stesso tempo aprire una stagione all’insegna dell’integrazione fra rete urbana ed extraurbana fino a una sinergia funzionale con la ferrovia. Nel disegno industriale di Line dovrebbe svolgere un ruolo strategico Amag Mobilità (gruppo Amag di Alessandria), secondo le indiscrezioni emerse in queste ultime ore. L’obiettivo sarebbe infatti quello di trasferire la proprietà proprio alla società che oggi cura il trasporto urbano del capoluogo e procedere a un progressivo riordino del servizio in modo da superare diseconomie e sovrapposizioni di linee e fermate che contraddistinguono sia Amag Mobilità, sia Arfea sul fronte di diversi collegamenti fra Alessandria, i sobborghi diversi centri vicini.

Ma non è tutto. Per il territorio alessandrino e quello astigiano è fondamentale il cambio di rotta del trasporto su rotaia che ogni giorno viene utilizzato da migliaia di pendolari verso Milano e Torino. Il nodo più critico è rappresentato dal capoluogo lombardo e per cercare di scioglierlo non basta la volontà delle pubbliche amministrazioni e di Trenitalia (insieme a Trenord). Una revisione delle corse deve essere fatta tenendo conto della effettiva offerta di linee e orari in grado di fare arrivare entro determinati orari i viaggiatori in stazione. Per esempio, se un treno per Milano deve partire alle 7.30 da Alessandria non ha alcun senso che una azienda di trasporto organizzi corse che arrivano in città alle 7.38. È necessario rivedere l’intera rete per creare quelle condizioni di omogeneità di servizio che finora sono mancate a causa della presenza di più operatori che non hanno mai trovato un punto di sintesi rispetto al servizio.

Per l’Alessandrino quella che si apre, dopo tutti i via libera necessari, potrebbe essere davvero una fase nuova perché la revisione radicale del servizio di trasporto a livello provinciale e interprovinciale insieme a quello urbano apre a sua volta la strada ad altri interventi come la modifica dei piani del traffico e della circolazione nei centri storici.