Momenti di poesia. Che maledizione, di Thomas Amadei

Che maledizione

questo girare senza sosta
tra debolezza e resa,
non ho più sangue sufficiente
per lacrime, che acide
graffiano la pelle.

Marciscono i passi
strisciati sul piano obliquo
di ogni stanchezza accumulata e
mai smaltita.

Questa sofferenza che
si lascia portare sulla schiena
dal condannato, che strazio
questo ciondolare, appeso
sul tetto delle giornate senza pretesa.

Buttato via in un angolo
aspetto la notte per riprendermi me stesso e
come un serial killer tolgo la maschera
per guardami allo specchio, senza
vedere quanto sto annegando,
quanto sto affogando la vita.

Presto, svolterò l’angolo cieco
per non ricordare, le pietre tombali
che ho scansato e disprezzato,
sotto l’ombra nascosta.

Quando si spegne ogni luce e
il buio diventa una condanna
ti lasci scivolare dentro
la sospensione mortale
della insolenza,
ti senti come una barca alla deriva
nel deserto.

La passione che arde
diventa condanna e salvezza,
mi riposo chiudo gli occhi e sogno ancora.

22/05/019
Thomas Amadei