Prima pietra, di Irene Rapelli
Lasciatemi cantare alla follia,
dare fuoco al mio sangue col tamburo
rapito al verde picchio sulla via
del sogno lunare, col passo oscuro
vibrante a polisensi del futuro,
poi linciatemi – illustre giuria,
se del parere vostro non mi curo:
da tempo brillo nell’aria natia.
Canto nell’ubriachezza della luce
col passo fermo al crocevia stellato
dove non temo di precipitare:
qui, germogliano voci e si traduce
l’illeggibile simbolo spezzato
che s’usa rinchiudere nelle bare.
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Un poetare d’impatto, e molto significativo, che sa catturare fortemente l’attenzione del lettore.
Poesia apprezzata