Con la sua struttura raccolta e riccamente adorna, il Teatro Massimo Vincenzo Bellini impreziosisce l’omonima piazza nel cuore del centro storico di Catania. A differenza di altri teatri, questo edificio non affascina per le sue dimensioni, ma per la singolarità delle sue linee sinuose e la bellezza dei suoi decori.

Fino alla seconda metà dell’Ottocento, Catania mancò di un vero e proprio teatro dell’Opera. Per secoli, le opere liriche furono rappresentate in teatri privati, per lo più appartenenti a nobili e mecenati; a partire dal 1821, a questa funzione fu adibito il Teatro Comunale Provvisorio, meglio noto come “Teatro Coppola”, ricavato da un magazzino nel quartiere Civita.

Nel 1870, finalmente, la città decise di commissionare all’architetto udinese Andrea Scala la costruzione di un Politeama, scegliendo come sito Piazza Nuovaluce (oggi Piazza Vincenzo Bellini). Per alcuni anni, grazie al sostegno finanziario della Società Anonima del Politeama, Scala potè portare avanti il progetto iniziale, avvalendosi della collaborazione del collega milanese Carlo Sada, futuro esponente dell’eclettismo liberty e autore di tante costruzioni di spicco dell’edilizia catanese fin de siécle (la Torre Alessi, Villa Morosoli, Palazzo Pancari Ferreri).

Nel 1880, la Società andò in liquidazione; le subentrò il Comune di Catania che, imponendo al progetto alcune sostanziali variazioni, trasformò la struttura in un teatro lirico. I lavori furono completati nell’arco di sette anni ma, per motivi di carattere economico, l’apertura al pubblico non fu immediata. L’inaugurazione avvenne il 31 maggio del 1890 con la “Norma” di Vincenzo Bellini.

La facciata è in stile neobarocco, sul modello della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia; la sala interna, della capienza di 1.200 posti, è a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e un loggione. Fin dalla sua costruzione, l’edificio è stato dotato anche di un Caffè per intrattenere gli spettatori durante le pause.

Sul soffitto, uno splendido affresco di Ernesto Bellandi raffigura Vincenzo Bellini in trionfo tra le muse e i personaggi di alcune delle sue opere più celebri (Norma, Il Pirata, La Sonnanbula, I Puritani).

Oltre che per l’affresco del soffitto, l’interno risplende per l’eleganza degli stucchi, dei marmi, delle vetrate, delle colonne e delle dorature. Tutto, nella struttura, è un omaggio al Cigno, dai bassorilievi della facciata alla grande statua bronzea del foyer.  Un grandioso tributo ad uno dei compositori più famosi nel mondo e, allo stesso tempo, a colui che è stato (insieme al sindaco De Felice, il cardinale Dusmet e pochi altri) il catanese più amato dai suoi concittadini.

Apprezzatissimo da compositori e da cantanti lirici ( Maria Callas e Beniamino Gigli, solo per fare qualche esempio) il Teatro Massimo Bellini è ancora oggi considerato uno dei teatri con l’acustica migliore al mondo.

Ente autonomo regionale dal 1986, il Teatro rappresenta ancora oggi uno dei centri nodali della vita artistica catanese. Dotato di una sua orchestra e di un suo coro, entrambi con un considerevole numero di elementi, ha visto avvicendarsi sulle sue scene autorevoli nomi del panorama musicale contemporaneo, del calibro di Lorin Maazel, Giuseppe Sinopoli, Riccardo Muti, Montserrat Caballè, Maria Callas, Luciano Pavarotti e Mirella Freni.

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Donatella Pezzino

Dal Blog: Donatella Pezzino – La donna siciliana nella storia e nella poesia