Il quaderno blu, di Anna Maria Caligiuri

Collana Le Impronte

23. Anna Maria Caligiuri, Il quaderno blu pp. 176, € 15,00 ISBN 978-88-6679-191- (febbraio 2019)

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Anna Maria Caligiuri nasce a Novi Ligure, dove vive fino alla laurea, conseguita presso l’Università di Genova. Nel 1974 si sposa trasferendosi in Calabria, a Soveria Mannelli (CZ), terra dei suoi avi, dove vive tuttora. Ha insegnato materie giuridiche nelle Superiori di Soveria Mannelli e del territorio circostante fino alla pensione. Da ragazza ha fatto parte della filodrammati- ca Paolo Giacometti di Novi. A Soveria Mannelli è stata Consi- gliere comunale negli anni Novanta; è stata socia fondatrice di alcune associazioni culturali e oggi è socia FIDAPA della sezio- ne cittadina, di cui è stata Vice Presidente e Presidente; ha fatto parte del Coro Polifonico Parrocchia San Giovanni Battista della sua città.

Dopo aver scritto novelle, poesie e articoli per giornali locali, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2014, Mille Finestre (ed. Orizzonti Novi). Il quaderno blu è la sua seconda pubblicazione.

Lauretta con un agile saltello scese dalla corriera: quel giorno aveva finito le lezioni e stava tornando a casa dalla scuola ele- mentare di un paese lì vicino. Con la cartella di cuoio a tracolla e la borsetta sotto il braccio camminava spedita per le strade del suo paese di montagna, affacciato su un piccolo lago attorniato da picchi aspri e rocciosi, così appuntiti da sembrare corni. Figlia unica di se- conde nozze del padre Pietro, vedovo, proprietario terriero e allevato- re di bestiame e della signora Ida, donna alta e segaligna, dedita alla casa e alla famiglia, Laura, chiamata da tutti Lauretta, era la più giova- ne tra i fratellastri di primo letto, la tipica bellezza lombarda racconta- ta dal Manzoni nei Promessi Sposi, “una bellezza quieta e molle e nel contempo rassicurante”. Alta, una figura ben proporzionata, naso affilato, zigomi alti, mento appuntito, sguardo mite ma intelligente e scrutatore. Portava i lunghi capelli castani raccolti in una treccia arro- tolata sulla nuca, come voleva la moda delle giovanette di buona fami- glia. Camminava di buon passo facendo ondeggiare la gonna del vesti- to dal taglio svasato. Era primavera inoltrata, tornava a casa ancora di giorno, e avrebbe potuto chiacchierare un poco con la mamma prima di cena.