Intervista:
Per diletto e per passione la scrittura ha accompagnato da sempre le varie fasi della mia vita. Una svolta importante è arrivata con gli studi universitari, perché ho cominciato a scrivere con un fine professionale. La laurea in Conservazione dei beni culturali con indirizzo musicologico mi ha portato ad approfondire gli studi umanistici, poi confluiti nella pubblicazione di due libri interdisciplinari e vari articoli. Invece da qualche anno a questa parte mi sono concentrato sugli studi letterari e le tecniche narrative. Così nel 2017 ho pubblicato “Come si scrive un thriller di successo” e l’anno scorso ho esordito come autore di thriller.
Leggo di tutto. Il modo migliore per essere uno scrittore preparato è conoscere quanti più generi e autori sia umanamente possibile. Nelle mie pubblicazioni di saggistica puoi trovare riferimenti a Flaiano, Apollinaire, Shakespeare, Manzoni, Stoker, Amis, come pure a Raymond Chandler e ad Agatha Christie. Insomma, spazio dai grandi classici alla poesia fino alla narrativa contemporanea. Per fare un esempio recente, ho curato una raccolta di racconti di tredici autori diversi con cui abbiamo rivisitato in chiave moderna i miti delle “Metamorfosi” del poeta latino Ovidio. Uscirà a luglio con il titolo “Miti e delitti”. Sembra strano per un autore di thriller, ma amo perfino la letteratura latina e la contaminazione tra generi anche all’apparenza disparati. Il problema è trovare il tempo necessario per leggere quanto vorrei.
Cerco di coniugare passione e razionalità. Le storie avvincenti devono lacerare l’anima, ma vanno narrate con un minimo di tecnica e mestiere. In particolare penso che il thriller sia uno di quei generi per i quali bisogna trovare il giusto equilibrio tra fantasia e rigore logico.
Rappresento la vita per quello che è: gioia e dolore, riso e pianto, bontà e cattiveria, momenti di ilarità alternati a momenti drammatici. La peculiarità del thriller è la capacità di trasmettere emozioni così intense da far rabbrividire. Ecco, ho cercato di trasmettere ogni tipo di emozione che la vita ci dona.
Sì, in Italia la spesa per le slot si aggira attorno ai 50 miliardi di euro l’anno. E se da un lato ci sono persone che si dedicano al gioco per puro intrattenimento, dall’altro ci sono molte altre persone che invece si rovinano. In quel caso l’azzardo diventa una droga legalizzata che fa danni economici e di salute simili a quelli causati dalla droga tradizionale. Ho dedicato uno dei primi capitoli alla sfuriata del protagonista nei confronti della moglie che vuole accettare un’offerta di lavoro in una sala slot. Certo, Giorgio Cani è un tipo possessivo e prepotente, non vuole che la moglie trascuri la casa e la famiglia. Ma soprattutto non vede di buon occhio quegli ambienti. In effetti ogni vizio può essere pericoloso e “La voce della morte” mostra sia i vari vizi della società odierna, sia i pericoli che essi comportano.
A loro sono molto legato. Qualche anno fa ero solo un loro ammiratore, ora siamo amici. La cosa mi gratifica come persona e come addetto ai lavori. Come autore, la lettura dei romanzi di Romano De Marco mi ha stimolato a caratterizzare i personaggi mediante una rappresentazione viscerale dei sentimenti. Ricordo che la prima volta che avvertii il desiderio di scrivere un thriller, stavo leggendo “L’uomo di casa”. E neanche a farlo apposta, proprio qualche giorno fa ho letto “Nero a Milano”, l’ultimo capolavoro di De Marco. Per quanto riguarda invece Mirko Zilahy, per me è tra i contemporanei quello che incarna la mia idea di letteratura, l’ambizione a trasformare con consapevolezza il linguaggio della comunicazione in linguaggio artistico. “La voce della morte” è piena di ispirazioni e omaggi più o meno espliciti alla trilogia romana di Zilahy. Ma in generale penso che ogni autore debba essere una spugna e che il risultato di ciò che scriviamo sia una combinazione tra l’estro soggettivo e la formazione che abbiamo sviluppato con le nostre letture e le nostre esperienze personali.
Avrei vari progetti in cantiere, ma mi giungono quotidianamente richieste da parte dei lettori per una nuova avventura di Giorgio Cani e della sua squadra. Questo calore del pubblico mi ha indotto ad avviare la stesura del sequel de “La voce della morte”.
Voglio ringraziare tutti i lettori e gli addetti ai lavori come te che parlano del mio libro con passione ed entusiasmo. Non mi aspettavo tanto clamore per questo esordio, perciò sto cercando di trasformare la vostra energia in un impegno sempre maggiore in quello che faccio. Ad esempio, ho creato un format innovativo per le presentazioni e mi impegnerò a fondo per la stesura del prossimo libro che spero possa essere all’altezza delle vostre aspettative.
Biografia
Sinossi
Il Male ci seduce con la falsa promessa di proteggerci dalle nostre paure. Ognuno di noi può combatterlo oppure può arrendersi, come Roberto Desideri, che muore nella sua auto nel parcheggio di una discoteca. Sembra una brutta storia di alcol e droga, fino a quando il commissario Giorgio Cani non decifra un messaggio che si nasconde dietro il delitto.

