«LA MIA VITA CON JOHN F. DONOVAN»: IL RITORNO TRIONFALE DI XAVIER DOLAN

di Francesca Cerutti  https://www.frammentirivista.it

logo-alessandria-today-ok-copia

Appena usciti dalla sala dopo aver visto un film superlativo, è sempre difficile trovare le parole per descriverlo. Troppa paura che nessuna parola possa essere all’altezza delle emozioni provate. Ci si sente un po’ così dopo aver visto La mia vita con John F. Donovan del canadese Xavier Dolan, uscito in Italia lo scorso 27 giugno.

standard_d89dac26-7ee6-4398-ad08-dd770c9caede

Leggi anche:
Xavier Dolan, “enfant terrible” del nuovo cinema francese

La locandina del film.

Un’amicizia “da lontano”

Il film ruota attorno all’amicizia nata e sviluppatasi “da lontano” tra Rupert Turner (Ben Schnetzer), un giovane attore, e John F. Donovan (Kit Harington), anche lui attore, morto di overdose undici anni prima. Perché “da lontano”? Perché i due si sono scambiati lettere per cinque anni, senza mai incontrarsi.

A soli sei anni, aiutato dalla madre (Natalie Portman), il piccolo Rupert (Jacob Trembley) scrive una lettera a Donovan, il suo idolo. A sorpresa, la star gli risponde, dando così il via a una strana corrispondenza che entrambi tengono segreta al mondo per anni. Da un lato, Rupert – americano, incapace di ambientarsi in Inghilterra – teme che possa interrompersi l’amicizia con la sola persona che sembra davvero capirlo. Da un altro, John F. Donovan sa che nessuno capirebbe perché mai un uomo di più di vent’anni scriva con assiduità a un bambino.

Il punto di non ritorno nelle loro vite, come ricorda lo stesso Rupert, sarà quando le lettere saranno scoperte e date in pasto ai media. Non vi faremo però spoiler né su questo né sulle conseguenze che il fatto ha sulle vite di Rupert e John.

Tra vecchio e nuovo

Chi ha visto gli altri film di Dolan ritroverà con piacere alcuni elementi e richiami anche in questo, ma non mancano le novità. Dolan gioca a citarsi da solo: l’intervista a Rupert, che fa da filo conduttore al film e unisce passato e presente, ricorda molto quella con cui si apre Laurence Anyways, così come la scena in cui John torna a casa dalla madre (Susan Sarandon) ricorda un po’ per i toni È solo la fine del mondo. Ritroviamo anche alcune tematiche care a Dolan, come l’omosessualità del protagonista (pressoché onnipresente nella sua produzione) e il rapporto madre-figlio, già esplorato in J’ai tué ma mère, Mommy, È solo la fine del mondo… continua su: https://www.frammentirivista.it/la-mia-vita-con-john-f-donovan-il-ritorno-trionfale-di-xavier-dolan/