Momenti di poesia. Amàli, di Stefania Pellegrini

Parole nomadi

Amàli

Correva Amàli con gambe da gazzella
per un pugno di riso o di fagioli
sotto l’acceso calore del sole
tra sabbie color di cannella
e strade ocra polverose.
Fuggiva Amàli
cresciuta troppo in fretta
tra il fuoco dei kalashnikov,
mine sepolte in campi di sorgo e grano,
soprusi, giorni di magri sogni,
fuggiva l’aridità della sua calda terra.
Consumando preghiere sulle onde
Amàli, fin qui è arrivata.
Fiore dal deserto
vertigine bronzea di vellutata pelle,
occhi grandi incrostati dal sale
colmi di mistero, e di passione,
dalla furia del mare sgranati di terrore.
Amàli, quelle sue mani a difesa di sé
a chiudere un dolore fresco che sale
dall’azzurro corallino del mare
dal profumo d’incenso e di mirra
dai nostalgici colori dorati
d’un lembo di terra.
Amàli tende e cerca altre mani e spera
che ancora sia vita per ricominciare.

Stefania Pellegrini ©