Momenti cultura. Come gocce del mare, Marco Gallo

Io scrivo

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Come gocce del mare

Io sono acqua, io sono mare, noi siamo acqua. Ora sono fluido, concentrato, non diluito.
Sento le striature della sabbia sotto i miei piedi. Sento l’acqua ricoprirmi lentamente mentre avanzo, sento il mio corpo diventare acqua: prima i piedi, poi le gambe, il tronco. Guardo il sole, mi riscalda, cammino, direzione sud, rotta uno-otto-zero. Il livello arriva al mio naso, l’orizzonte è ravvicinato, io sono all’orizzonte. La giornata è limpida, non c’è vento,le onde sono lievi.
Mi distendo, sono in sospensione, mi espando, il mio respiro ha lo stesso ritmo delle onde, si fondono, sento tutti i respiri, tutti alla stessa frequenza.
Sono fluido, mi decompongo come in un quadro astratto, sono idrogeno, sono ossigeno. La frequenza aumenta, sono energia, sono particelle subatomiche, sono vuoto, sono il vuoto. Sono ovunque, sono lì, sono uno, sono tutto, comprendo e sono compreso.
Sento risuonare altre frequenze, onde mi attraversano: sono parole, sono musica. La riconosco, I am the walrus, i Beatles: I am he as you are he as you are me and we are all together, Io sono lui, così come tu sei lui e come tu sei me e noi siamo tutti insieme.
Il sole mi scalda, salgo, sono nube, sono pioggia, sono lago, sono fiume, sono acqua, sono mare, sono uno, sono tutto, sono te, tu sei me, noi siamo tutti, noi siamo mare.

Io sono.

Suoni attutiti mi raggiungono, mi fanno vibrare, riconosco una sequenza di frequenze, mi è familiare, ricompongo il suono, lo associo: il mio nome. Mi chiama, riconosco la voce.
Rallento le mie vibrazioni, mi concentro, mi ricompongo, riempio i vuoti mentre insieme all’onda, guadagno la battigia.
Vedo il bambino che porta l’acqua nel secchiello, si ferma, lo guarda, mi guarda, ci guardiamo, il mio corpo è come il secchiello, mi sorride, sorrido, intendiamo.

© PatamuMarco Gallo

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