Momenti di cultura. Azzurra, di Rosaria Magnisi

Buongiorno a tutti e buon San Lorenzo!

Solo per un motivo, che scoprirete leggendo la mia favola, sono nate le stelle cadenti!

Impulsi selvaggi dell’anima ღ Poesie & Dipinti di Rosaria Magnisi

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Azzurra

C’era una volta, una piccola principessa che amava le favole e sognava la vita oltre le mura del suo piccolo regno. Aveva occhi grandi e immensi come la notte, un nasino all’insù che le dava un tocco misterioso. Capelli che danzavano nel vento e pensieri che la crucciavano già alla tenera età di 8 anni.
Amava tanto leggere e divorava immagini per ore e ore mentre alimentava sogni. Si sentiva tanto sola e triste perché non era molto amata.
Azzurra era come la tenda della sua cameretta, che volteggiava leggera per ripararla dal sole nelle giornate d’agosto! Era una bimba molto intelligente per la sua età e desiderosa di conoscere cosa si celasse oltre il suo mondo. Chiudeva gli occhi e spaziava con la mente tra gli aromi cari al suo cuore e sognava il mare.
Cantava come una piccola sirena e sdoppiava la sua immagine riuscendo a vivere in sintonia tra le onde. Il suo non era un sogno fantastico ma la proiezione di una vita parallela che viveva in armonia con il suo cuore.
Una dolcezza sconfinata la faceva volteggiare come una farfalla e si posava nei luoghi più inconsueti per rapire le molteplici sensazioni che la facevano brillare come un diamante grezzo.


Ogni giorno era un viaggio diverso, un posto da perlustrare, per comprendere la maestà del creato e scoprire il senso della vita. Voleva crescere in fretta! Voleva diventare donna perché pensava di poter acquisire la libertà. Fu così che un giorno avvenne un fatto strano! Era una mattina d’estate, il sole illuminava i suoi occhi e le regalava movenze da danzatrice. Si alzò presto e indossò il vestito più bello che aveva; era turchese e la seta cangiante, la rendeva magicamente luminosa e inebriante.
Si incamminò per un sentiero ai bordi del bosco che circondava la sua casa e rimase turbata da quello che le bloccò il respiro. Una donna supina e bionda come il grano maturo, l’apostrofò con fare confuso! Il suo linguaggio era incomprensibile, ma la richiesta di aiuto era evidente.
Azzurra corse con tutto il fiato che aveva, per avvicinarsi a lei e quando la vide da vicino rimase di sasso! Pensò che fosse un angelo, caduto per lei, per alleviare le sue pene! In quel momento comprese che era intrappolata in una rete e doveva aiutarla. Prese coraggio e la tranquillizzò accarezzandola piano e promettendole che l’avrebbe liberata. Incominciò a correre e si diresse verso un albero, dove teneva nascosto un portagioie con tanti piccoli tesori e prese una forbice d’oro. Lentamente si avvicinò a quella donna e con calma tagliò la rete, mentre la sconosciuta sorrideva come un fiore appena sbocciato!
La sorpresa di Azzurra fu grande, quando scoprì che non aveva le gambe ma una coda. Era una sirena! Quanto l’aveva cercata nei suoi viaggi marini alla ricerca della sua dimensione! La guardò negli occhi e poi l’abbracciò con slancio, come una bimba fa con la sua mamma, per trasmettere il grande amore che dovrebbe dare alimento. Aristella sorrise e la ringraziò con un bacio sulla guancia. Incominciò a spiegarle che era caduta in trappola perché un uomo l’aveva rapita dal mare, rendendola prigioniera, pensando che avesse dei poteri magici e che avrebbe potuto così esaudire tutti i suoi desideri.
Azzurra curiosa com’era, le chiese: “Come fai a camminare con la coda?” Non preoccuparti cara, le rispose Aristella, ora ti confido un segreto: “Io sono una sirena a metà! Posso usare la coda per alcune ore e le gambe per altre! “Azzurra rise di cuore ed esclamò : “Voglio essere anch’io come te! Voglio andare nel mare e perlustrare i fondali! Dai, portami con te, è il mio sogno, lo desidero tanto!”
Quell’euforia mista a gioia commosse Aristella, che la prese in braccio e la strinse forte, forte! Quella bimba la confondeva, la riportava indietro nel tempo e una lacrima si cristallizzò sulla sua gota.
Improvvisamente un lampo squarciò il cielo e incominciò a piovere a dirotto! L’acqua era scrosciante e tutto il verde intenso che faceva da contorno era diventato cupo, come se il nero volesse fare da padrone! Azzurra incominciò a tremare impaurita e Aristella la prese per mano e tutto cambiò!
L’acqua non era più pioggia ma mare! Il mare più turchese e limpido che un essere umano avesse mai contemplato! Il fascino era nella vita, dove si sentivano i palpiti e i sospiri di quell’ambiente naturale che si intrecciava di calde tonalità rosate per il vibrare del sole alla fonte della luce! Là, dove nasce quel contatto arcano che riporta alla memoria musiche e sinfonie si deliziò una stella, del mare regina!
Ecco perché Aristella aveva questo nome! Era una dea del cielo, maga dei fondali e sirena dei naviganti, che attendono dopo ogni tempesta di raggiungere con trepidazione il porto a loro caro.
Nel frattempo, Azzurra si era addormentata e quando aprì gli occhi, si trovò immersa nel mare! Era esterrefatta, non comprendeva quel cambiamento repentino e reagendo d’istinto, incominciò a nuotare tra le acque. Sembrava un delfino! I lunghi capelli neri ondeggiavano, sembravano filamenti di stelle ed era felice come non mai. Non si rese conto però, di essere rimasta sola! Si tuffava e si immergeva in continuazione, respirando la bellezza di quello che tanto aveva agognato. Ogni tanto sorrideva perché qualche pesce la sfiorava e qualche altro le spruzzava acqua giocando con lei! Le sembrava di stare in un paradiso pieno di colori variegati. I giochi, le fate adesso erano realtà! Era tutto perfetto! Stava vivendo la sua favola ed era certa che non erano immagini della sua mente e neppure un sogno.
Pensò che era la bimba più fortunata della terra perché Aristella le aveva fatto un grande regalo. Le aveva donato l’amore che le mancava!
Nella vita gli incontri sono determinanti e quello tra Azzurra e Aristella aveva un peso inconfutabile per tutte e due. La notte calò mentre la vita si tingeva di nuove scoperte che avevano un unico scopo, quello di comprendere la bellezza delle anime e dei desideri di chi non si sofferma a pensare quali scombussolamenti perdurano nei sentimenti di chi non ha voce per poterli esternare!
La spiaggia era una lunga distesa di sabbia dorata, intercalata da spazi concavi ove il brillio di perle colorate mettevano in risalto il proscenio di una nuova alba tutta da vivere! Il mare era piatto e infinito come il cielo che faceva da specchio. Nessuna ombra, solo certezze e sicurezze, quelle del cuore e dell’innocenza, sentimenti e sensazioni che hanno legami di spensieratezza e spontaneità negli occhi di chi contempla le vere meraviglie del creato.
Quanti occhi luccicavano! Erano tutti i bimbi del mondo che Azzurra voleva prendere per mano e portarli con lei in quel cerchio incantato, dove non esiste tristezza ma solo gioia! Era la sua natura ad emergere!
A un certo punto sulla spiaggia si materializzò un oggetto che non era molto visibile perché era immerso nella sabbia. Brillava immensamente. Azzurra corse a perdifiato perché fu attratta a tal punto da sentirsi spingere da una forza sconosciuta! Era il vento della generosità che aleggia nei piccoli cuori puri.
Una scia luminosa la seguiva, ma lei non poteva vederla perché Aristella era diventata invisibile! Appena riuscì a toccare la sabbia per vedere meglio l’oggetto che l’aveva ipnotizzata, rimase stupita. Era la sua forbice d’oro! Non comprendeva come mai si trovasse in quel posto. Fu in quel momento, che sentì un canto dal mare, una voce così melodiosa che la rapì e la estasiò! La confusione fu tale, che per poco non svenne.
Interminabili furono i minuti. Sembrarono ore! Fu, come, presa da un vortice e da una luce abbagliante.
Al suo risveglio era più disorientata che persuasa. Dov’era? Cosa ci faceva sdraiata nel suo letto? Possibile che aveva sognato di nuovo? Si toccò il viso, poi la mano, infine si diede un pizzicotto alla gamba ma niente cambiava!
Diventò triste. Accipicchia, pensò Azzurra: “Ho di nuovo sognato!”
Toc, toc… sentì bussare alla porta e trasalì! La stanza si inondò di luce e le apparve Aristella con la sua forbice d’oro!
Cara le disse: “Non preoccuparti, non è stato un sogno! Mi hai chiamata così intensamente, che sono ritornata per darti finalmente la felicità e l’armonia che cercavi nella tua casa e nel mondo! Non ti ricordi che io esaudisco tutti i desideri? Questa forbice la tengo con me, per ricordare agli adulti che devono proteggere e amare sempre i propri bambini, riempiendoli di attenzioni e comprensione! ”
Fu così, che da quel giorno nel cielo nacquero le stelle cadenti! Il culmine di questa epifania per gli esseri umani è la notte di San Lorenzo. La leggenda narra che la vista di questo spettacolo debba servire da monito agli adulti, per comprendere che ogni dolce creatura sia protetta e soprattutto amata!
Aristella così sentenziò: “Da oggi nessun bambino dovrà rimanere solo e nessuna lacrima dovrà solcare il suo viso a causa della solitudine!”
-Rosaria Magnisi-
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