Racconti. L’ ABROGAZIONE (racconto breve) di Tiziana Valori

Quando le comunicarono, festanti, che c’era l’emancipazione Jezabel non ne volle sapere niente e borbottò fra sè che ogni occasione era buona per far caciara.

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Nel giro di qualche giorno, quando si cominciò a capire che nessuno sarebbe stato inseguito con i cani per essere frustato, se non peggio, se ne andarono quasi tutti. Jezabel restò tenacemente nella sua capanna e fu solo la fame che la spinse a chiedere, fra la decina di negri rimasti, se non fosse arrivata la fine del mondo.

“No” le rispose il vecchio Cam, mogio, “è la libertà ch’è arrivata. È finita la schiavitù; l’hanno abrogata. Non siamo più schiavi, non l’hai capito?”

“Sì, questo l’ho capito” sbuffò lei. “Ma non si mangia più? Pure lo stomaco è stato abrogato?”

“Noi teniamo mais, fagioli, stoccafisso, farina. Tu non hai niente? Vieni a mangiare da noi più tardi.”

Jezabel corse da padron Thomas e lo interpellò, spaventata:

“Massa Thomas, io per mangiare devo andare da Cam ora?”

“Cosa vuoi da me, Jezzy? Non lo vedi che la tenuta va in rovina? Che il tabacco non lo cura più nessuno?

Avevo sessantadue schiavi. Ora, con la mia famiglia siamo in sedici. Dobbiamo cucinare noi per te?”

“Massa, se Miriam e Constanza non ci sono più posso sbrigare io le faccende della casa padronale.”

“Ormai non sono più il master di nessuno: quelli che restano dovrò pagarli prima o poi.

Tu sei stata la mia cucciolotta per vent’ anni, buona per il letto e basta. Pensi che mia moglie ti voglia per casa?”

“Ma… , ma… , massa Thomas, la padrona non diceva niente quando venivi da me: dicevi sempre che lei era contenta così.” Jezzy era sempre più spaventata. “Massa, ti ho fatto sette figli buoni per il lavoro. Sono ancora buona per farti altri schiavi da vendere.”

“Non ci sono più schiavi. Vattene, Jezabel. Non mi servi più.

Goditi la libertà e per questo ringrazia il presidente Lincoln.”

Jezzy aveva trovato da occuparsi come sguattera in una locanda di Annapolis. Ne riceveva una paga irrisoria, vitto, alloggio, insulti, abusi di ogni genere e solitudine, se tutto il resto non fosse bastato.

Quando sul giaciglio, rimediato nel retrobottega, le giunse voce che Lincoln era stato ammazzato, commentò amaramente:

“Gli sta bene!”

Tiziana Valori

foto tumbir