E’ arrivata la cicogna… anzi sei!

Una bella sorpresa ieri sera a Castelnuovo Scrivia: sei cicogne sono state avvistate sulla torre merlata del castello.

Foto Bruno De Faveri

Fino all’epoca rinascimentale erano molte le coppie che sceglievano il territorio piemontese per costruire il nido e riprodursi, poi sono andate via via diminuendo fino a scomparire del tutto come nidificanti.   

Solo nei primi anni ’50 del Novecento sono stati avvistati nuovamente dei nidi in Piemonte, in provincia di Novara e Vercelli, ma non nell’Alessandrino. Abbiamo dovuto aspettare fino al 2010, quando, a Retorto, nel Comune di Predosa, una coppia ha nidificato su un traliccio della linea elettrica.

Dietro indicazioni dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino, l’ENEL aveva provveduto a mettere in sicurezza il traliccio in modo da evitare il rischio di folgorazione per gli individui adulti e per i quattro giovani nati.

Era stato davvero un evento sensazionale: i piccoli sono stati allevati con cure amorevoli dai genitori fino al momento della migrazione.

Una volta che i giovani sono pronti per il volo, migrano verso sud, in Africa, attraversando il Bosforo oppure lo stretto di Gibilterra. Non volano in mare aperto: un po’ per questioni legate all’alimentazione (si nutrono di piccoli vertebrati – anfibi, mammiferi, piccoli pesci), ma soprattutto perché sfruttando le correnti termiche ascensionali, volano con meno fatica.

Hanno un comportamento fedele verso il partner: l’anno successivo, nel nido di Retorto, è tornato uno dei due adulti, forse la femmina; ha atteso il suo compagno per un po’, ma, purtroppo, non è arrivato…    

I rischi maggiori per la specie sono legati ai problemi ambientali, come ad esempio, la grande siccità che colpisce il sud del Sahel dove svernano le cicogne, oppure i rischi di avvelenamento legati al forte inquinamento di alcuni centri abitati africani. Le cicogne tendono a nidificare e a vivere vicino all’uomo, e questo può costituire un forte pericolo per la loro incolumità.

In Piemonte i motivi della loro diminuzione sono invece da ricercarsi nella riduzione degli habitat a loro più favorevoli.

Se vi abbiamo incuriosito vi invitiamo a fare un giro a Castelnuovo Scrivia la prossima primavera, chissà che non abbiamo scelto la Torre del castello per costruire il nido al ritorno dall’Africa!

Aree protette del Po vercellese-alessandrino

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La normativa vigente identifica come “Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese-alessandrino” un ente strumentale della Regione Piemonte piuttosto complesso e articolato, derivante dalla legge regionale 3/8/2015, n. 19 che ha parzialmente modificato la L.R. 29/6/2009, n. 19 «Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità». Questo Ente gestisce, in piccola parte direttamente e in gran parte indirettamente, 12 aree protette: 8 sono Riserve naturali inserite nel Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po – Isola Santa Maria, Ghiaia Grande, Sponde fluviali di Casale Monferrato, Confluenza del Sesia e del Grana e della Garzaia di Valenza, Bric Montariolo, Boscone, Confluenza del Tanaro, Castelnuovo Scrivia – che interessano i comuni di Verrua Savoia (in provincia di Torino), Crescentino, Fontanetto Po e Trino (in provincia di Vercelli), Moncestino, Camino, Morano sul Po, Pontestura, Casale Monferrato, Frassineto Po, Valmacca, Bozzole, Valenza, Pecetto di Valenza, Bassignana, Alluvioni Cambiò, Isola Sant’Antonio e Castelnuovo Scrivia (in provincia di Alessandria); un’altra è la Riserva naturale del Torrente Orba, che interessa i comuni di Bosco Marengo, Capriata d’Orba, Casalcermelli e Predosa (tutti in provincia di Alessandria); a queste si aggiungono la Riserva naturale della Palude di San Genuario, il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino e la Riserva naturale di Fontana Gigante (poste in sequenza da ovest a est e incastonate nel mosaico delle risaie vercellesi), che interessano i comuni di Crescentino, Fontanetto Po, Tricerro e Trino. Quasi tutte le aree protette elencate, con l’eccezione di quella del Torrente Orba, sono associate a un’Area Contigua esterna che funge da raccordo urbanistico con il territorio circostante.

L’Ente-Parco gestisce anche 3 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), 7 Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e 5 Zone di Protezione Speciale (ZPS) facenti parte della Rete Natura 2000, che si sovrappongono in buona parte alle aree protette e alle aree contigue poc’anzi citate. 

foto: https://www.wwf.it