Alessandria: Abbiamo incontrato la Media Educator Barbara Rossi, che si occupa di varie attività relative al suo ruolo di Formatrice, che insegna a interpretare correttamente le immagini. Oltre a essere Presidente dell’Associazione “La Voce della Luna “, realizza corsi , laboratori e progetti di vario tipo e per varie fasce di età, scrive libri, collabora a eventi importanti relativi al cinema, creando collegamenti tra varie arti.

– Chiedo a Barbara di raccontarci della sua collaborazione con l’UNITRE.

Ci spiega che tiene un Corso di Storia del Cinema e laboratorio di analisi del film : da fine novembre una volta al mese il venerdì pomeriggio: quest’anno dedicato al cinema che ha raccontato le trasformazioni legate al crollo del Muro di Berlino. Il laboratorio, invece, ogni lunedì pomeriggio da fine ottobre, si occupa in questa edizione dell’esplorazione dei legami familiari attraverso i film.

– La invito quindi a illustrare caratteristiche e obiettivi dell’Associazione di cui è Presidente.

L’Associazione “La Voce della Luna” si propone di diffondere la cultura (cinematografica, letteraria, filosofica ed artistica) nel mondo giovanile e in quello adulto; ampliare la conoscenza della cultura cinematografica, letteraria, filosofica ed artistica, attraverso contatti fra persone, enti ed associazioni; allargare gli orizzonti didattici di educatori, insegnanti ed operatori sociali in campo cinematografico, affinché siano messi in condizione di veicolare l’importanza e la bellezza del cinema come arte e formidabile strumento di indagine sociale; proporsi come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali, assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile, attraverso l’ideale dell’educazione permanente. “La voce della luna”, per il raggiungimento dei suoi fini, intende promuovere varie attività, culturali e di formazione: festival, incontri letterari, cineforum, corsi di Media Education per studenti, docenti, educatori.

– Parliamo ora del Progetto Memofilm, proposto agli studenti del Saluzzo-Plana.

Ci risponde che nell’ottica delle attività di formazione scolastica per un’alfabetizzazione di base al linguaggio del cinema e degli audiovisivi e per l’educazione alla salute (malattia di Alzheimer, demenze) l’I.I.S. Saluzzo-Plana, in rete con l’Associazione di cultura cinematografica e umanistica La Voce della Luna, la Cineteca di Bologna, il Dipartimento di Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, propone il Progetto A scuola con il Memofilm.

Il concetto di salute è andato trasformandosi nel corso del tempo, e oggi viene comunemente associato, oltre che ad una condizione di assenza di patologie ad uno stato di benessere psico-fisico della persona; questo concetto viene espresso per la prima volta nella “Carta di Ottawa”, risultato della prima conferenza internazionale per la promozione della salute risalente al 1986. In quest’ottica la scuola e le altre agenzie formative rivestono un ruolo formativo ed esperienziale primario.

In particolare, è possibile facilitare l’approccio di studenti, famiglie e docenti a tematiche di educazione alla salute e al benessere così importanti e delicate – quali, ad esempio, i percorsi terapeutici, farmacologici o di altro tipo, legati al controllo della malattia di Alzheimer – attraverso gli strumenti della Media Education e Media Literacy, fondamentali anche per l’attuazione di una primaria alfabetizzazione al linguaggio del cinema e degli audiovisivi.

Nell’ottica, quindi, dell’educazione alla salute (raccomandazione 2009/625/CE della Commissione del 20 agosto 2009 sulla Media Literacy nell’ambiente digitale, per una società della conoscenza di natura inclusiva), con particolare riferimento al tema della lotta alla malattia di Alzheimer, appare particolarmente adatto il Progetto Memofilm – iniziato nel 2008 grazie alla collaborazione tra ASP Città di Bologna e Cineteca di Bologna, e poi estesosi oltre i confini regionali attraverso la creazione di gruppi di lavoro localizzati – per le ricadute educative che potrebbe avere in ambito scolastico.

Ad oggi la terapia farmacologica delle demenze ha prodotto scarsi risultati sulla progressione dei disturbi cognitivi. Per contro, nel corso degli anni si sono realizzati numerosi interventi di tipo non farmacologico sulle persone affette da demenza. Il Memofilm è un particolare strumento audiovisivo destinato al paziente affetto da deterioramento cognitivo centrato sul tentativo di coniugare scienza ed arte venuto alla ribalta grazie alla digitalizzazione delle immagini che prepotentemente segna il nostro presente. Gli scopi sono, da un lato riorientare il paziente rispetto all’ambiente in cui vive, al tempo della propria storia personale, fatta di emozioni; dall’altro contrastare la frammentazione psichica causata dalla malattia e migliorare i comportamenti di adattamento.

Per quanto concerne l’ambito scolastico, il progetto prevede l’avviamento di due classi di scienze umane, mediante un percorso di alternanza scuola lavoro, alla realizzazione di un Memofilm come caso di studio attraverso il quale imparare – mediante la distribuzione di ruoli in fase di sceneggiatura, lavorazione, post-produzione – la costruzione di questo particolare prodotto audiovisivo, il suo legame con una specifica concezione dell’essere umano, della cura, della demenza e della responsabilità sociale nei confronti di essa; i meccanismi, infine, dell’interazione tra un racconto per immagini e la memoria biografica, sia dal punto di vista dei soggetti che ne sono i portatori che di coloro che la realizzano.

– Chiediamo quindi qualche informazione sul Progetto “Immersi nelle storie”.

Il progetto “Immersi nelle storie” prevede percorsi di Media Education con l’alfabetizzazione al linguaggio e alla storia del cinema, l’apprendimento e l’uso delle tecnologie multimediali. Il focus del progetto è la riflessione sull’identità dei giovani nel territorio locale, con le sue trasformazioni indotte dalla globalizzazione e dalle migrazioni.

Il percorso formativo si concentrerà sulla narrazione, sulle persone, i luoghi, le collettività, le imprese, per l’affrontamento del disagio, il senso critico, l’autonomia creativa nell’uso degli strumenti mediatici, la cittadinanza attiva, la relazione positiva con l’Altro. Nell’ambito del progetto verranno avviati percorsi di Alternanza scuola-lavoro per gli studenti degli istituti superiori. Il percorso formativo sarà suddiviso in moduli di lavoro di Media Literacy per 18 mesi (2 anni scolastici), per studenti in età dai 14 ai 25 anni, con particolare attenzione ai ragazzi di origine straniera: 1) Identità, territorio, migrazioni; 2) Storytelling d’impresa; 3) Graphic journalism; 4) Summer School; 5) Piattaforma Web. Ciascun modulo prevede la realizzazione di prodotti audiovisivi/digitali da parte dei ragazzi.

Con il patrocinio della fondazione della Fondazione sociAL. I partner del progetto: I.I.S. Saluzzo-Plana; AleComics; Amici del Vinci; Ascom; Associazione Cultura e Sviluppo; CGIL; Cia Alessandria; Confcommercio; FIC-Federazione Italiana Cineforum; Gapp Alessandria.

Il progetto formativo “Immersi nelle storie: media literacy, visual story telling e identità di un territorio in trasformazione”, in fase di realizzazione grazie al patrocinio e sostegno della Fondazione SociAL di Alessandria, propone – esperienza inedita per il territorio alessandrino – l’avvio di un campus estivo per la Media Education e i linguaggi cinematografici, visivi e digitali, rivolto agli studenti e, in generale, ai giovani dai 14 anni in poi.
La Summer School “Immersi nelle storie” – che in questa prima edizione ha portato come titolo tematico ulteriore Tra mondi. Cinema, identità e narrazioni – è stata offerta gratuitamente ai giovani partecipanti, a cui sono stati riconosciuti crediti formativi, nelle giornate di venerdì 14, sabato 15 e sabato 22 giugno, negli spazi dell’Associazione Cultura e Sviluppo di Piazza De Andrè 76, Alessandria. I due appuntamenti serali della Summer School sono stati aperti alla partecipazione dell’intera cittadinanza.
La Summer School “Immersi nelle storie” ha proposto proiezioni cinematografiche a tema, mini rassegne di cortometraggi, laboratori e workshop (a iscrizione) sulla regia cinematografica, sul Visual Storytelling e l’utilizzo consapevole degli strumenti digitali, sul Graphic Journalism, condotti da registi, media educator, disegnatori, fumettisti e creativi in genere, con l’obiettivo dell’imparare in forma ludica anche attraverso la condivisione di spazi e momenti formativo-ricreativi comuni: un’ iniziativa valida anche per percorsi di alternanza scuola-lavoro.
La Summer School di quest’anno si è proposta di riflettere in particolar modo sul rapporto tra cinema, territorio, identità dei luoghi e di chi li abita, stimolando la rappresentazione di una città viva e in evoluzione, colta nelle sue trasformazioni, nel rimescolamento di culture, etnie, confessioni, pratiche e tradizioni. Una modalità “social” e ludica per favorire l’integrazione, il dialogo multiculturale, il rispetto e la valorizzazione delle diversità e delle alterità, i principi della cittadinanza attiva che sono a fondamento della società civile come delle buone pratiche della Media Literacy. La Summer School “Immersi nelle storie” ha il patrocinio del Comune di Alessandria e dell’UPO.
“Immersi nelle storie: media literacy, visual story telling e identità di un territorio in trasformazione” è un progetto il cui ente capofila è l’Associazione di cultura cinematografica e umanistica La Voce della Luna, in collaborazione con I.I.S. Saluzzo-Plana; AleComics; Amici del Vinci; Ascom; Associazione Cultura e Sviluppo; Camera di Commercio di Alessandria e Asti; CGIL; Cia Alessandria; FIC-Federazione Italiana Cineforum; Gapp Alessandria, Officinema.

– Barbara ha in prossima pubblicazione un libro monografia sul regista Edgar Reitz. Approfondiamo questa figura.

Ci spiega che Edgar Reitz è uno fra i registi più rappresentativi del cinema tedesco contemporaneo, ha contribuito come firmatario del cosiddetto “Manifesto di Oberhausen”, nel 1962, alla nascita dello Junger Deutscher Film, il Nuovo Cinema Tedesco di cui è stato uno dei massimi esponenti insieme a Kluge, Fassbinder, Herzog, Wenders, Von Trotta, Syberberg. Con il ciclo di Heimat ha raccontato alle giovani generazioni le memorie dell’Europa novecentesca, attraverso le vicende dei Simon di Schabbach, immaginario villaggio della Germania meridionale. Dai primi cortometraggi pubblicitari sperimentali ai lungometraggi girati prima di Heimat, dai documentari alle ardite installazioni per una nuova fruizione dell’opera cinematografica, la sua monografia , in uscita il prossimo autunno per le edizioni Bietti (Milano), insegue le tracce di un regista eclettico e versatile, che si è sempre interrogato sin dagli esordi sui concetti di sguardo, tempo, memoria, con un’attenzione particolare ai temi del femminile.

– Altri progetti?

Da novembre si terrà all’Associazione Cultura e Sviluppo la seconda edizione della Rassegna “Diritto di Cronaca “, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, un connubio tra giornalismo e Critica cinematografica. Quest’ anno sarà dedicata a Mario Soldati e Primo Levi.

Sempre ad Acsal, tornerà la Rassegna ACIT: quattro film sulla cultura tedesca in lingua originale, proiettati il lunedì sera.

Ringraziamo Barbara Rossi per la disponibilità a raccontarci delle sue attività, che svolge con entusiasmo e grande competenza.