“Chissà se al Liga fischiarono le orecchie – cronache di un Liceo Classico” è un racconto lungo (settanta pagine) che affronta la delicata e complessa fase dell’adolescenza in un momento storico, gli anni Novanta, in cui la società non è ancora assorbita dai diktat dei Social Network e i cellulari vecchio stile, ingombranti e “antennuti”, fanno timidamente la loro comparsa, con l’unica funzione – oggi diremmo obsoleta – di effettuare e ricevere chiamate. Accompagniamo Angela, l’io narrante, nei cinque anni di Superiori, dal quarto ginnasio alla Maturità, assistendo a vicende che talvolta indignano altre divertono, ma sempre fanno riflettere.

Il suicidio del front man dei Nirvana, Kurt Cobain, proprio all’apice del successo, getta una cupa malinconia nelle giornate del fratello maggiore di Angela, che a sua volta assiste inerte a quel dolore senza comprenderlo fino in fondo, ma che a ben vedere è sensato nell’ottica in cui la musica non è solo una marginale colonna sonora, ma efficiente veoicolo atto a trasmettere quelle emozioni e sofferenze proprie di chiunque.

A catturare particolarmente l’attenzione di Angela, la figura della nuova professoressa di Lettere che appare in Quinto Ginnasio – il secondo anno – e poi in Terzo, l’ultimo anno, quello della Maturità. Verso la docente, che inizialmente guarda con sospetto e insofferenza, Angela prova poi una stima sincera e appassionata. La professoressa è molto colta e ha un modo di insegnare unico, coinvolgente e originale, ma con il tempo qualcosa si crepa. C’è qualcosa in quella professoressa che non convince la ragazza fino in fondo. Allora, accanto al piacere di approfondire certi temi cari come la sofferenza dell’animo umano, la rincorsa ai grandi ideali, e l’autonomia di pensiero sganciata da qualsivoglia contesto, ecco il fastidio per l’eccessiva invadenza nelle vite dei suoi alunni o per quell’anelito a voler apparire “amica” a tutti i costi, svincolando i sempiterni ruoli che una scuola dovrebbe imporre.

Il lancio nel vuoto di un suo studente, problematico e spesso assente, segnerà definitivamente quella crepa, facendo sorgere nuove perplessità e consapevolezze.

 Il libro è acquistabile con il 15% di sconto in pre-ordine fino al 27 Settembre sul sito www.argentovivoedizioni.it . Disponibile anche sui principali store online.

Anna Pasquini: Nasce nel 1979 a Roma, dove vive e lavora come Assistente Personale del CEO di un’ industria spaziale. Diplomata al Liceo Classico, ha coltivato molte passioni e svolto vari lavori prima dell’attuale. Ha vissuto due mesi in Giappone e un anno negli Stati Uniti. Da qualche anno partecipa a concorsi letterari nazionali, ottenendo discreti risultati. Ha pubblicato tre antologie di racconti brevi: “Quando andavo in bicicletta – Racconti in ordine sparso” (2018, Akkuaria, ISBN 978-88-6328-334-1);  “Fotografie scomposte” (2018, Antipodes, ISBN 978-88-99751-45-6); “Misticanza (2019, Pav Edizioni, ISBN  9-788831-307024). “Chissà se al Liga fischiarono le orecchie – cronache di un liceo classico”, edito da Argento Vivo Edizioni, è il suo primo racconto lungo e si è classificato Quarto al “Premio Diaristico Internazionale Filippo Maria Tripolone 2019”.