“Si era perso troppo tempo, inutilmente, o forse avevamo sottovalutato la gravità o forse…” e ancora con questi pensieri Nonlosò non si dava pace, un ragazzo sarebbe potuto essere salvato, un ragazzo come suo figlio, un ragazzo per bene, e quella giovane, lei forse testimone di un qualcosa che non doveva vedere o sapere, e…..quante domande ancora….ma dovevano trovare risposte, immediate, concise…..ora si doveva entrare a colpire senza tregua, scovare e infastidire, snervare fino al limite, ognuno e ogni persona che, volente o meno, faceva parte di questi fatti e di questi due innocenti ragazzi.
I funerali dei due ragazzi furono lo strazio della valle, se ne sarebbe parlato per anni e anni, le due madri affiancate in un macabro incontro, e non c’era tra loro ceto o posizione che le potesse distinguere nel loro uguale strazio comune, una sostegno dell’altra inutilmente. Fu un’intera valle a partecipare silente alle osequie e altrettanto silente si dipartì dal piccolo cimitero, dietro la Pieve Romanica, la chieda del paese. Ma l’ispettore non poteva cedere ai sentimenti e ancora erano calde le lacrime sulle guance di tanti che iniziò a domandare e interrogare.
Franca e Aldo, i signori Rubini, genitori di Paolo erano ora seduti intorno al grande tavolo in legno intarsiato, un’opera d’arte del secolo passato, uno dei tanti pezzi di mobilia di valore del Barone, che erano resistiti agli anni e alle intemperie delle sempre nuove mode e tecnologie; di fronte l’ispettore che non aveva niente di amichevole nello sguardo, nonostante conoscesse i due genitori, ora, purtroppo, era li per sapere, per conoscere e soprattutto per scoprire.
“ Aldo, signora Franca, scusatemi, so che il momento non è quello più idoneo, ma ho bisogno urgente di farvi delle domande se voglio, anzi se vogliamo sapere chi è che sta facendo del male ai nostri giovani.”
“ Certo, ti comprendo……ti comprendiamo” fu la risposta seria e dura, quasi a mezzavoce.
“ Da quanto tempo non venivate qui al paese?”
“ Ma da circa un anno, sempre in questo periodo, villeggiamo nella residenza di mio suocero, è un’abitudine da sempre, o almeno da quando siamo andati ad abitare in città”…era Aldo che rispondeva, lei annuiva in segno di approvazione, ma di più non poteva.
“ E durante l’anno, vi è mai accaduto di venire, magari anche solo per una passeggiata, un ultimo dell’anno forse….”
“ No, assolutamente, e l’ultimo dell’anno lo festeggiamo sempre con i miei, giù alla città”
“ E Paolo? “
“ Perchè queste domande? Paolo…..Paolo si forse qualche volta lui è venuto…..Franca aiutami, sai che nostro figlio sia venuto saltuariamente?”
Ci volle un lungo silenzio prima che lei prendesse fiato, tanto sembrava lo avesse raccolto nel profondo di un immenso pozzo, e : “ Da quando faceva primavera, qualche volta era solito passare dei giorni sul lago, ma mai consegutivi, soltanto il tempo di una giornata……” e si ripose in se stessa come una busta sigillata.
“ Aldo, non far caso alle domande, tutte hanno uno scopo ma ora non saprei nemmeno io spiegarti quale, ti chiedo……ovvero vi chiedo di rispondere il più semplice possibile e con l’assoluta chiarezza….e vi ringrazio” poi l’Ispettore continuò:
“ E queste sue scampagnate, avvenivano anche prima che avesse l’auto?”
“ Qui posso risponderti anche io, quando Paolo non aveva ancora la patente, prendeva l’autobus che giornalmente arriva in paese, e con quello se ne ritornava a sera inoltrata…..diceva che le visite al lago lo rendevano felice…..”
“ Ma…..” fu un sottile sospiro di Franca, ma poi si azzittì timorosa.
“ Dica signora Franca…tranquilla” incitò delicatamente Nonlosò
“ Non era così Franca?” chiese sorpreso l’ingegnere
“ Si….era così….ma a volte non ritornava con l’autobus ma accettava un passaggio da qualche conoscente del paese…..così mi diceva lui”
“ E chi era questo o questa conoscente”
“ Ma non l’ho mai chiesto chi fosse di preciso, soltanto che avevo capito che ogni volta era un qualcuno di diverso….insomma mi diceva che c’era sempre un qualcuno che scendeva alla città e lui ne approfittava.”
“Ritornando a quella sera, Aldo e pure lei signora, ho bisogno di sapere esattamente a che ora Paolo è uscito di casa, di che umore era, ovvero se vi sembrava che fosse preoccupato”
“ Erano intorno le 16, non posso dirlo con sicurezza, ma so per inciso che le finali della gara iniziano circa a quell’ora, e lui non voleva perderle.” Fu l’istantanea risposta dell’ingegnere mentre la signora di scatto si alzò e quasi urlando:
“ Ma non erano le 16, non potevano essere, Paolo era uscito molto prima, si sono sicura perchè me ne meravigliai, insomma come ha detto mio marito le gare di pesca iniziavano a quell’ora detta, invece Paolo doveva avere un altro appuntamento o così mi sembrò e solo ora me ne sovvengo, si …ma certo mi disse : Devo vedere una persona prima di andare al lago…e nel frattempo entrasti tu” rivolgendosi al marito” e lui tagliò dicendo che sarebbe sceso al lago per vedere le finali e poi tutto il resto già riferito della cena ecc ecc…….Ma perchè…perchè non me ne sono ricordata prima….perchè????”
E si accasciò di nuovo sulla sedia, ancora più affranta e con un grosso senso di colpa immane tanto da farle scaturire ancora lacrime.
L’ingegnere se l’avvicinò al petto con un braccio, stretta stretta e con una pachezza encomiabile 
“ Non hai nessuna colpa, era una semplice notizia che Paolo voleva darti per rassicurarti e te al momento l’hai presa come tale….solo e solamente ora assume un valore diverso che non potevi certo darle prima.”
“Giusto Aldo, e anzi sono lieto che le sia venuta alla mente……per caso ha capito di chi potesse trattarsi quella persona?…a volte anche un semplice gesto, un’alterazione dello sguardo….”
Lei alzò lo sguardo verso l’ispettore, e fu uno sguardo immenso e duro, profondo e quasi cattivo, fulmineo e….poi riabbassò la testa e non l’alzò più.

Fu la volta del Barone Rubini, che se ne stava seduto in veranda, fumando un grosso sigaro, lo sguardo assente verso il panorama che si affacciava nella valle, e da dove si intravvedeva anche la parte finale dell’azzurro lago. Aveva, nonostante la calda stagione, una sottile coperta di lana posata sulle gambe, a racchiuderle, soffriva di mal circolazione del sangue e nello stare fermo gli si freddavano, e all’arrivo dell’ispettore non ebbe nessun motivo di sorpresa e di ospitalità, rimase impettito nella seduta con un bracci posato su un piccolo tavolo in legno con ripiano in vetro e l’altro impegnato nel movimento del trasportare il sigaro alla bocca e far cadere la cenere in un posacenere posato sulle sue gambe.
“Mi scusi barone, ma ho l’obbligo di farle alcune domande”
“ E non vi nego niente, anche perchè a cosa dovrei mai rispondere? Mio nipote è stato ucciso, e non dico altro che potrebbe offenderlo ulteriormente e che mi rode più di ogni altra cosa”
“ La capisco, soltanto qualche precisazione tipo….quando ha visto per l’utima volta il signorino Paolo?”
“ Nella mattina, di quel giorno della sparizione, ero seduto dove mi vede ora, assaporavo il fresco della nuova giornata e era venuto a darmi il buongiorno assicurandomi che in serata avrebbe visto le finali di pesca e poi me le avrebbe descritte il giorno dopo, sapeva che non potevo spostarmi ma la pesca è uno dei pochi sport che ho sempre amato, prima comunque la caccia.”
“ Lei è un cacciatore?”
“ Si….lo sono stato…..ora non ho più nemmeno il fucile…..se le interessa tanto saperlo!”
“ Non mi fraintenda, era un apprezzamento.”
“ Allora grazie……ma invece di stare a leccarmi il c……perchè non si impegna a prendere quel delinquente? “
“ E’ quello che sto facendo?”
“ E sarei allora io il delinquente? Ahahahahahaha…Ispettore, lasciamo perdere…..ho avuto una vita agiata, non lo nego, e ora eccomi qua a guardare gli altri e a tenere dento i rospi di un passato e quelli di un presente che non ho mai scelto ne voluto…..compreso il delitto di mio nipote!”
“ Grazie barone del suo tempo….saprò portare a termine questa indagine e sarà lei il primo a saperlo.”
“Questo si chiama lavorare…..buongiorno ispettore” e si mise il sigaro in bocca aspirando fortemente tanto da rilasciare un’ondata di fumo invadente e alquanto non profumata……l’ultimo giudizio per chi non ama il fumo e specie quello del sigaro, come Nonlosò.

Era la volta del giardiniere, del curatore dei beni del Barone, della famiglia che si occupava del buon andamento del castello e del suo rimanere intatto, e soprattutto di Giovanni e di suo figlio Nicola.
Stavolta l’incontro era in un angolo del giardino, appartato dalle mura antiche che circondavano il castello e da una siepe alta, ben potata, che ombreggiava su un tavolo in ferro battuto e lavorato con ripiano in vetro trasparente, pure le sedie in ferro e da parte, piantato in un sicuro peso di cemento, un ombrellone a quadri dai toni e colori soffici e pacati tra il senape e il begie cremoso. Il luogo era avvenuto per caso, Giovanni stava appunto lavorando alla siepe, che l’ispettore lo fermò e lo fece accomodare in quel prezioso angolo di pace.
“ Non ci siamo mai incontrati, ma so che lei, signor Giovanni, è il guardiano e il tutto fare della tenuta del barone Montefeltri e nonché dipendente dell’ingegnere Rubini, io sono l’ispettore Nonlosò e sto indagando sui due terribili fatti accaduti…..”
“ Si certo lo so chi è lei….mi dica …..” e si accomodarono sulle fredde sedie
“ Innanzitutto, lei conosceva bene il signorino Paolo?”
“ Certo, come tutti del resto, era il figlio di Aldo….del signor Aldo, scusi la familiarità ma siamo cresciuti insieme e tra di noi è naturale darci il comune “tu”….”
“Già è vero, avete fatto le stesse scuole….”
“ Giocavamo sempre insieme……eravamo come due fratelli….finchè poi…non sono andati ad abitare in città”
“ Ma ritornando a Paolo……lo vedeva spesso?”
“ Quando erano qui al castello, quasi tutte le mattine, perchè veniva sempre a cercare Nicola, mio figlio, per proporre sempre una qualche passeggiata o altre cose da giovani, ma spesso Nicola doveva rifiutare perchè qui abbiamo da lavorare e il tempo è prezioso.”
“ …e quando non era al castello?”
“ Cioè….quando era fuori mica lo seguivo, non lo so cosa facesse…..”
“ No, mi sono espresso male….intendevo e le volte che Paolo era in paese anche se non era villeggiante al castello?”
“Ma non credo che fosse mai venuto al di là …..”
“ Signor Giovanni, forse non ci siamo intesi, sono l’ispettore Nonlosò e sto pubblicamente e legalmente indagando su i fatti criminosi del signorino Paolo e della signorina Marta, la prego pertanto di essere il più sincero possibile perchè la sua testimonianza può essere usata per le indagini e in un duplice confronto di altre potrebbero insorgere delle incongruenze, spesso dispiacevoli e fastidiose…..mi sono espresso bene?…..Allora riformuliamo la domanda, magari in modo più esplicito e diretto……Sapeva che Paolo veniva spesso in paese anche nell’inverno o se non altro dalla primissima primavera? E se si, lo ha mai incontrato?”
Il giardiniere rimase quasi di stucco di quelle parole e forse impaurito e intimorito gli venne spontaneo chiedere?
“ Devo avere un avvocato?”
“Signor Giovanni, non si spaventi dalle parole…..sono formalità che io devo dire e mi pesa talvolta farlo, ma mica sto accusando nessuno….tanto meno lei…e di cosa poi?…..Le chiedo soltanto se ha mai incontrato, visto, o a volte parlato con Paolo in quei momenti….”
“ Ora che mi ci fa pensare, si qualche volta ho saputo che Paolo era in paese, ma io non l’ho mai visto sinceramente, anche perchè difficilmente sono in paese, ma pensandoci bene….si si qualche volta me ne ha parlato Nicola….ma sa sono cose che entrano nella testa ma senza importanza e difficilmente rimangono impresse……”
“ Ha visto come è facile….basta essere tranquilli e rispondere……allora lei non lo ha mai visto ma ha saputo che a volte Paolo era in paese, e lo ha saputo da suo figlio….e come lo ha riferito? Con sorpresa, accorato, felicemente, o superficialmente…….”
“ Sai papà chi ho incontrato stamani in paese? Paolo, il signorino. Così mi ha detto, pù o meno in questa maniera.”
“ E non gli ha detto altro….tipo che gli avesse chiesto se andavano insieme in qualche posto o …”
“ No”
“ E lei non gli ha mai chiesto a Nicola se sapesse perchè Paolo era in paese?”
“ No, e non mi interessava saperlo”.
“ Già….Ancora una domanda, a che ora Nicola aveva appuntamento, quella sera, con Paolo?”
“ Mi ha detto intorno alle 21, infatti, dato che eravamo impegnati tutti e due su un lavoro, mi ha chiesto di poter fare il bagno, prima di me, perchè non sarebbe arrivato in tempo all’apputamento”.
“ Ed è stato così?”
“ Certo, quando io sono arrivato in casa, lui stava già uscendo”
“ Ed erano le 21”
“ No, non ancora, almeno credo, non ho guardato l’orologio, ma alle 21 so che si aspettavano in piazza, doveva per forza essere poco prima.”
“ E a che ora è rientrato Nicola”
“ Intorno a mezzanotte….credo”
“ Crede?….non lo ha sentito arrivare?”
“ Si ho sentito….ma non mi sono interessato dell’ora, al momento che ho sentito i rumori familiari e ho capito che era lui…mi sono rilassato del tutto e mi sono addormentato profondamente.”
“ E sua moglie”
“ Beh lei dormiva e anche sodo….purtroppo ha dei problemi di insonnia e spesso prende quelle pasticche….come si chiamano…insomma sono come sonniferi e le servono per riposare ogni tanto…”
“ Allora lei non può sapere a che ora è rientrato suo figlio….”
“ Temo proprio di no….ma comunque se Nicola ha detto che erano mezzanotte…..io credo a lui”
“ Indubbiamente…..grazie signor Giovanni……ora dov’è suo figlio? Vorrei parlargli con urgenza.”
“ Ma non lo ha già fatto? Almeno così mi ha detto.”
“ Si è vero….ma prima era un incontro formale…adesso è diverso…..dove posso trovarlo?”
“ E’ andato in città con l’autobus per compare dei libri per l’università…..tornerà in serata.”
“ Allora le dica che lo aspetto al mio albergo “Il lago dorato”. Grazie e arrivederci”
“ Arrivederci…..” e Giovanni riprese le cesoie per un’ulteriore potatura di alcune piante, ma all’ispettore non mancò di scorgere che l’atteggiamento del giardiniera era assolutamente cambiato, non era più lo sfrontato dell’inizio, ma aveva un non so chè di titubante e misterioso….o forse era lui stesso che fantasticava.

Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: by Fredrik Strømme