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Questura di Alessandria

Giovanni Giuseppe Gasti, definito dall’eminente storico Renzo De Felice “uno dei migliori e più intelligenti Funzionari di P.S.”, nacque a Castellazzo Bormida (Al) il 30 gennaio 1869, proprio mentre il padre svolgeva le funzioni di Sindaco del paese (all’epoca, si rammenta, la nomina dei Sindaci era Regia). Si laureò in giurisprudenza divenendo avvocato, ma in seguito, nel 1893, decise di intraprendere la carriera di Funzionario di Pubblica Sicurezza, lavoro meno redditizio ma che più lo appassionva, partendo da Alessandria.

Questura

Da Vice Commissario, destinato nel 1898 a Roma, si interessò al campo della polizia scientifica che stava nascendo in quegli anni per opera del medico legale Salvatore Ottolenghi, che seguì negli studi dedicandosi in particolare alla ricerca di un metodo di classificazione delle impronte digitali, una classificazione dattiloscopica.

Fino a quel momento, l’identità delle persone arrestate veniva desunta dalla dichiarazione del nome direttamente dal soggetto ovvero da caratteristiche fisiche conosciute (es, cicatrici). Ottolenghi, partendo da analoghe esperienze estere, volle investire su un metodo basato sull’immutabilità e invariabilità delle impronte digitali e, per ottenerlo, necessitava di catalogare i vari tipi di impronte.
Nacque così il “metodo Gasti”, elaborato appunto dal giovane Funzionario di P.S., in grado di classificare dieci diverse tipologie di impronte per un numero di combinazioni pari a 10.000.000. Il metodo fu presentato presso il VI congresso di antropologia criminale nel 1906 a Torino come “semplice, rapido e pratico”, e da lì venne impiegato anche nelle polizie di altri stati. In Italia, tale sistema rimase in vigore fino all’entrata del sistema AFIS nel 2000, che comunque, su sviluppo digitale, fonda le sue basi sul “metodo Gasti”.
Nel 1910 il Ministro dell’Interno Giovanni Giolitti lo nominò direttore della polizia scientifica. Nel 1915 venne promosso vicequestore e nel 1916 gli venne affidata la direzione dell’Ufficio Centrale di Investigazione, un’organizzazione pari agli attuali e più organizzati Servizi Segreti che – sempre a detta dello storico De Felice – “resse con abilità per tutta la durata della guerra”. Nel 1918 ottenne la promozione ad Ispettore Generale di Pubblica Sicurezza; il 15 aprile 1919 assunse la reggenza della Questura di Milano e il 29 agosto fu promosso Questore. A Milano si dedicò soprattutto alla sorveglianza del movimento fascista e di Benito Mussolini in particolare, di cui tratteggiò nel giugno 1919 un “rapporto di cenni fisiopsicologici” (recentemente tornato alla ribalta grazie al romanzo “M” vincitore del Premio Strega) che – sempre per il De Felice – “rimane nel suo genere un modello sia informativo, sia di equilibrio tale da far comprendere al meglio la complessa figura politica e umana del Mussolini rivoluzionario, tanto da costituire una ridda di preziosi suggerimenti per Giolitti nei rapporti con il Capo del Fascismo”. E’ da sottolineare che, una volta al Governo, i fascisti finirono per apprezzare quel Funzionario di P.S. (che li aveva pure vessati) “per la sua mancanza di servilismo e la sua coerenza”.
Giovanni Gasti annetteva grande importanza alla formazione e soprattutto alla funzione sociale dell’opera scientifica intrapresa. Al riguardo, appare indicativo questo breve frammento di una sua introduzione al corso di segnalamento: “la vostra missione – disse agli allievi – deve essere non soltanto di combattimento contro il male, ma anche di assistenza, di bontà, di tutela e di pace”.
In seguito fu prefetto di Torino (1923), Novara (1924) e Ferrara (1925) e Trieste (1926). Morì nel 1939 a 70 anni a Roma. Il 2 dicembre 2006 la via dove nacque, “via Paradiso”, è stata ridenominata “via Giovanni Gasti”.

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@questuraalessandria

foto Giovanni Gasti da wikipedia