Davide Bottiglieri scrittore si presenta su Alessandria today – biografie e due libri

di Pier Carlo lava

Alessandria today è lieta di presentare ai lettori del blog la biografia e i libro dello scrittore Davide Bottiglieri.

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Note biografiche

Davide Bottiglieri (Salerno, 1992). Scrittore e poeta, vincitore del Premio Letteratura Italiana 2014 e del Premio Adriana Paulon (Sez. Giovani del Premio Internazionale Un Solo Mondo).

Con la Les Flaneurs Edizioni pubblica nel 2016 una raccolta di racconti fantasy per ragazzi dal titolo Le Cronache di Teseo e,l’anno successivo, il suo romanzo d’esordio Omicidi in si minore, finalista – con altro titolo – del Concorso Lampi di Giallo 2016, vincitore del Premio Speciale della Giuria del Concorso Argentario 2018 e del Premio Autore del Premio Internazionale Holmes Awards 2018, finalista del Santucce Storm Festival 2018.

OMICIDI IN SI MINORE

SINOSSI OMICIDI IN SI MINORE, di Davide Bottiglieri

SINOSSI

Cluj, dicembre 1780. In una fredda e sinistra giornata d’inverno, piazza Unirii è stracolma per assistere all’ennesimo spettacolo di morte. Ad alzare il sipario su questa nuova esecuzione, è stato il neo ispettore Ljudevit Alecsandri, il cui nome è sulla bocca di tutti i cittadini per le vicende che l’hanno visto protagonista nei mesi precedenti a quel momento. La vita apparentemente tranquilla di un remoto paese della Transilvania sta per conoscere terribili vicende. Le sue vie e le sue genti, intrise di superstizione e mistero, saranno invase da un’ombra oscura che porta con sé una scia di paura e morte. Sarà il giovane ispettore a dover far fronte a questa situazione che, però, nasconde una terribile minaccia: riuscirà il suo lato oscuro, quel secondo Ljudevit Alecsandri, a non riemergere ed essere associato lui stesso al demone che abita Cluj?

Il titolo Omicidi in si minore fa chiaro riferimento all’opera di Liszt (Sonata in si minore) che l’artista compose tra il 1852 e il 1853 per Schumann quando questi era in una clinica psichiatrica.

La prima persona ad ascoltare l’opera fu la moglie dello stesso Schumann che descriverà sul suo diario la propria inquietudine provata durante tutta l’esecuzione del componimento. Tale nota apre di fatto il libro che si struttura in quattro parti tratte dalla Sonata di Listz –“lento assai”, “notturno”, “allegro energico” e di nuovo “lento assai” – creando una vera e propria colonna sonora che accompagna l’intero sviluppo della trama e che continua con un “Requiem” d’introduzione alle prime pagine del sequel.

Il componimento ha un’atmosfera cupa e tetra – ideale per il romanzo – tanto che alcuni commentatori l’hanno associata al mito di Faust e alla nascita di Lucifero e ha come centro tematico quello dello sdoppiamento e del dualismo, tutti ingredienti riproposti nel giallo. Il protagonista è un giovane ispettore della polizia di Cluj in piena crisi esistenziale, che guarda con orrore le nefandezze di cui si macchia il mondo che lo circonda e cerca invano conforto nelle Sacre Scritture. Le brutali leggi del Regno d’Ungheria costringono i criminali all’impiccagione senza alcun processo e l’ispettore Alecsandri avverte giorno dopo giorno il peso delle loro anime sulla sua coscienza. I passi riproposti del libro di Ezechiele confermano al protagonista la propria dannazione e anticipano di volta in volta gli eventi delle pagine successive. Già dalle prime pagine, l’ispettore si mostra al lettore ai limiti della schizofrenia, nell’incessante tentativo di tenere a bada il mostro che c’è in lui: un secondo Ljudevit Alecsandri che tenta in modo sempre più convincente di uscire e condizionare la sua vita.

La quotidiana monotonia di Cluj viene d’un tratto spezzata dal prepotente ingresso in scena di un assassino seriale che mette in ginocchio la città con omicidi sempre più violenti e sofisticati, arricchiti da un puntuale messaggio lasciato al protagonista. Anche Alecsandri appare impotente e compie scelte sempre più estreme pur di arrivare alla sua preda. L’omicida tuttavia conosce il suo segreto e gioca con la mente del suo avversario al fine di far uscire il vero ispettore e istruirlo per poter iniziare uno scontro ad armi pari.

Il peso della vita di ciascuna vittima, la violenza degli omicidi, la frustrazione causata da enigmi irresolubili, il rischio di una rivolta da parte della comunità ebraica, la rocambolesca fuga a Vienna, le torture subite e la traumatica esperienza all’interno del manicomio Leonardo di Noblac annientano la già fragile psiche dell’ispettore che, al pari di un nuovo Dorian Gray, si trasforma pagina dopo pagina attraverso una grottesca metamorfosi che lo allontanerà sia dalla fede che da ogni riserva morale. Al termine del libro, il lettore non saprà riconoscere il buono dal cattivo e  potrà assaporare il primo capitolo del sequel “Prove per un requiem“.

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PROVE PER UN REQUIEM, di Davide Bottiglieri

SINOSSI

Quando l’ispettore Ljudevit Alecsandri si lancia nell’ennesimo inseguimento del suo nemico, ha due certezze: che il demone di Cluj non arresterà la sua sete di sangue e che la sua amata Helena ormai non c’è più. Accompagnato dal fedele dottor Mesmer intraprende un viaggio alla volta di Vienna, scenario tanto bello quanto crudele, nuova testimone di efferati delitti. Nella capitale si è pronti a giocare una partita le cui pedine sono tutte nuove e aspettano, ignare, che sia la mano dell’ispettore, sempre più in lotta con le sue ombre, o del demone a fare la prima, eclatante mossa. E a continuare il proprio gioco fino all’ultimo duello.

Sequel di Omicidi in si minore e il cui titolo, Prove per un requiem, fa chiaro riferimento al Requiem di Mozart che il compositore di Salisburgo iniziò a comporre (ma non concluse) in punto di morte. Il thriller si struttura in quattro parti – Requiem Aeternam, Kyrie, Dies Irae, Lacrimosa – (le stesse che Mozart riuscì a scrivere prima di morire) di cui assume “ritmi” e significati.
Un nuovo Ljudevit Alecsandri è pronto a giocare una nuova partita a scacchi con il suo avversario e, questa volta, lo scenario del terribile scontro è Vienna. L’elegante capitale dell’Impero si dimostra ricca di insidie e culla di inquietanti figure che non esiteranno a frapporsi tra il protagonista e la sua nemesi. Ad assistere il giovane ispettore c’è il fedele dottor Mesmer che sfrutta al meglio le sue conoscenze per aggiungere frecce alla faretra del suo compagno, ma anche dall’altra parte della trincea si infoltiscono le schiere e il duello si fa avvincente. Proprio come una partita a scacchi, non si ci sono esclusioni di colpi e per arrivare al re, ambo i giocatori sacrificano piano piano tutti i pezzi, dai pedoni alle regine, fino al definitivo scacco matto.