Cotton rientrò nella sala dove Simona stava preparando la colazione per sé «il tizio della camera quattro quando se n’è andato?» Chiese curiosa, soffiando sul cappuccino chiaro che teneva con entrambe le mani «io non l’ho visto salendo» rispose distratto mentre rimetteva a posto le sedie intorno al tavolo più lungo. Simona lo guardò con aria interrogativa ma non fece alcun commento, però qualcosa attirò l’attenzione di Cotton che le rivolse prima uno sguardo indagatore e poi una domanda secca «nel letto non c’è?» osservando lei che muoveva la testa in modo negativo. Pensò che forse Alpino aveva davvero visto qualcuno sul crostone ma sarebbe stato un pazzo suicida se fosse partito senza guida.

Si girò per andare in bagno. Nei momenti in cui doveva pensare aveva scoperto che dedicarsi alle pulizie era l’attività migliore per trovare di nuovo il filo della matassa. Trovò il wc pieno di carta di quaderno appallottolata e prima di tirare lo sciacquone la raccolse con la mano guantata. Dovevano essere molti fogli accartocciati insieme perché l’involucro era compatto e si domandò perché il tizio della quattro arrivato la sera prima, li avesse gettati lì senza tirare la cordicella. Era stato l’ultimo a cenare e Cotton aveva già perlustrato il bagno prima di scendere in paese quella mattina, tutti gli ospiti se n’erano andati, tutti, tranne lui: sotto la palla vide galleggiare un palloncino giallo che impediva alla carta di bagnarsi.

Lo raccolse intuendo solo una volta chiuso nella mano, che era stato riempito di acqua, lo stracciò svuotandolo nel lavabo a fianco. Provò una certa delusione nello scoprire che non conteneva oggetti in miniatura. La situazione assurda del momento gli aveva fatto immaginare scene da spy story. Aprì la palla di fogli e sulla prima pagina lesse una lunga serie di equazioni che non sapeva spiegarsi. Alcuni passaggi li riconosceva, perché prima di arruolarsi nel corpo forestale si era iscritto alla facoltà di matematica a Trieste, ma c’erano alcune formule che non aveva mai visto anche se qualcosa gli suggeriva che riguardassero i calcoli di fisica quantistica che un amico aveva provato a spiegargli senza successo.

La pagina sotto invece era un disegno e vedendolo Cotton fece un balzo: c’era disegnato l’anello delle Alpi Giulie della zona con i quattro rifugi che si raggiungevano percorrendo il sentiero che li collegava tutti, era lo stesso disegno stampato sulla maglietta che indossava Alpino quella mattina. C’era un cerchio sul Gessore e uno sul Foriani e una sigla, come una password AXYFF15. Cosa poteva significare? Il terzo foglio era ancora più assurdo. Era un messaggio scritto con lettere di giornale. La data era quella di una settimana prima, stampata sopra il messaggio e colorata con un evidenziatore.

                                              DAMMI IL PROGETTO

                                           ALTRIMENTI SEI MORTO

Un tuffo al cuore colpì Cotton che si sentì mancare la terra sotto i piedi, le gambe iniziarono a tremargli e il respiro di fece corto. Iniziò a sudare. Quella situazione non era come scovare i contrabbandieri con le tagliole mentre cercavano di catturare un cervo o un gruppo di immigrati stipati in un camion senza viveri da giorni, era una cosa nuova e molto pericolosa. Doveva chiedere aiuto. Uscì dal bagno come un lampo appena lo sfiorò un pensiero freddo e sottile e allo stesso tempo doloroso come un dardo: Ernesto era probabilmente sulla scia del tizio della stanza quattro e se veramente qualcuno voleva ucciderlo, potevano entrambi essere in pericolo. Non solo. Aveva già notato al suo ritorno quella mattina, che la maglietta gialla esposta in bacheca non era più al suo posto e nonostante avesse guardato ovunque, non l’aveva ancora trovata.

Continua…

 

Michela Santini

Foto: Pinterest

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