Ricordando, di Stefania Pellegrini

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Immaginate di non sapere dov’è finita vostra figlia, una compagna, una sorella, un’amica e poi dopo diversi giorni vi dicono di andare a riconoscere un corpo, massacrato poi buttato come immondizia in mezzo alla strada, svestito…e altri particolari ve li risparmio…

immagine dal web

Questa è la storia di donne sole e indifese, violate nei diritti e barbaramente uccise. Della triste sorte a cui sono andate incontro emigrando a Ciudad Juàrez per lavorare nelle maquilladoras, le industrie di montaggio delle centinaia di imprese americane costruite lungo la frontiera.

Ecco immaginate e pensate che questo è successo tante, troppe volte in questa cittadina industriale messicana al confine con gli Stati Uniti, crocevia della criminalità e del narcotraffico.

Ciud Juàrez, l’hanno chiamata città del Male, per anni una delle più violente al mondo. In questa realtà  dal 1994 ad oggi ci sono stati violenti massacri. 12 mila vittime, in gran parte donne, ragazze… sequestrate, violentate, mutilate, torturate, uccise e sotterrate nel deserto.
Ragazze svanite nel nulla all’uscita da scuola, all’ingresso di una fabbrica, per strada.
Nella maggior parte dei casi non viene usato nessun metodo di riguardo e le famiglie non vengono mai nemmeno chiamate per riconoscerne il corpo, scompaiono e non vengono mai più ritrovate, sepolte per sempre nella menzogna. 

Il mio ricordo va a loro, a Susana Chàvez, poetessa, scrittrice, uccisa a 36 anni per aver avuto il coraggio di schierarsi contro i massacri e non solo…

ROVINE

Sulle labbra cresce quest’edera
e la vecchia porta si chiude di colpo.
L’inverno si scopre
in un camminare lento
che porta con sé rumori che sfuggono nel tremito
di una mano che accarezza ritratti.
Brusca fine del viaggio,
che solo lascia completezza
in una sommessa nostalgia nascosta nella penombra.
Ormai nemmeno il vuoto si erge,
né la pietà si mostra allo specchio
ormai tutto fa dissolvere il respiro,
incluso l’eternità.


Susana Chàvez

A tutte le donne che ogni giorno nel mondo sono vittime di violenza, di stalking, uccise in nome dell’amore.

Voglio ricordare Lea Garofalo uccisa il 24 novembre di dieci anni fa, per mano della ‘drangheta. Il cui corpo dopo l’uccisione viene dato alle fiamme. Brucerà per tre giorni fino alla completa distruzione. La sua colpa: aver deciso nel 2002 di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno: Carlo Cosco.

Lea Garofalo

Voglio ricordare Reyhaneh Jabbari:


la donna iraniana di 27 anni impiccata nel suo Paese, ad ottobre del 2014 per aver ucciso l’uomo che aveva tentato di stuprarla. 

Da un articolo dell”Huffington Post pubblicato il 27/10/2014
le sue disposizioni lasciate con una lettera alla madre:

“Non voglio che tu ti vesta di nero per me. Fai di tutto per dimenticare i miei giorni difficili. Dammi al vento perché mi porti via”.

“Mia dolce madre, l’unica che mi è più cara della vita, non voglio marcire sottoterra. Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore divengano polvere. Accuserò gli ispettori, il giudice e e i giudici della Corte Suprema di fronte al tribunale di Dio”.

“Il primo giorno in cui alla stazione di polizia una vecchia agente zitella mi ha schiaffeggiato per le mie unghie, ho capito che la bellezza non viene ricercata in questa epoca. La bellezza dell’aspetto, dei pensieri e dei desideri, una bella scrittura, la bellezza degli occhi e della visione e persino la bellezza di una voce dolce”.

“Il mondo mi ha concesso di vivere per 19 anni. Quella orribile notte io avrei dovuto essere uccisa. Il mio corpo sarebbe stato gettato in qualche angolo della città e dopo qualche giorno la polizia ti avrebbe portato all’obitorio per identificare il mio corpo e là avresti saputo che ero anche stata stuprata. Il mio corpo sarebbe stato gettato in qualche angolo della città e là avresti saputo che ero anche stata stuprata. L’assassinio non sarebbe mai stato trovato, dato che noi non siamo ricchi e potenti come lui.”

Sono passati anni da questi avvenimenti, ma oggi le cose non vanno meglio. Ogni giorno si registrano vittime di femminicidio, e i dati danno una percentuale in aumento. Dal 37% di femminicidi sul totale di vittime di sesso femminile del 2018, (una vittima ogni 72 ore), siamo passati al 49%  nel periodo gennaio-agosto 2019.