Lo scrittore alessandrino Marco Grassano si presenta ai nostri lettori

di Pier Carlo Lava
Siamo lieti di presentare ai nostri lettori la biografia e il libro “Lisbona e Tago e tutto” dello scrittore alessandrino Marco Grassano.

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Note biografiche: Marco Grassano, nato ad Alessandria nel 1961.
Da quasi trent’anni si occupa di tutela ambientale, dapprima al Consorzio di Bonifica del Bacino dello Scrivia (attualmente, Gestione Acqua), e quindi presso la Direzione Ambiente della Provincia di Alessandria.
“In una vita precedente” (1995-2004), è stato Sindaco di Alluvioni Cambiò (ora Alluvioni Piovera), suo Comune di origine.
Una figlia, studentessa di filosofia alla Statale di Milano e di fotografia presso l’Istituto Europeo di Design, sempre a Milano. Ha pubblicato, presso Franco Muzzio Editore: la prima edizione di “Lisbona e Tago e tutto” (1997), “Fin dove cresce l’ulivo – itinerari mediterranei” (1999) e, in collaborazione con altri, “Il Tanaro – guida illustrata al paesaggio, alla flora e alla fauna” (2007). Con l’editore Muzzio ha pure collaborato per allestire il volume di Rocco Morandi “L’Appennino piemontese – percorsi, paesaggi, natura e storia del tratto piemontese di Appennino” (prima edizione, 2009; nuova edizione in uscita da Tarka nei prossimi giorni). Ha scritto per la rivista “Piemonte Parchi” e curato le presentazioni critiche per i cataloghi di varie mostre d’arte, organizzate dal Comune di Alessandria, dalla Provincia di Alessandria e da altri Enti locali e Gallerie (in particolare, su: Luigi Spinolo, Ennio Morlotti, Davide Minetti, Ugo Martinotti, Michele Mainoli, Nevio Zanardi, Lanfranco Quadrio, Claudio Magrassi, Marco Mazzoni, Alberto Boschi, Giacomo Soffiantino, Anselmo Carrea, Franco Repetto, Claudio Olivieri, Omero Quarati…).
Scrive da un decennio reportages di viaggio (Liguria, Umbria, Toscana, Provenza e Camargue, Porto, Malta, Olanda, Creta…) e recensioni sulla rivista di rete ALIBI Online.
Quest’estate, l’editore Tarka ha pubblicato una nuova edizione, interamente riveduta, aggiornata e ampliata, del libro su Lisbona.

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Lisbona e Tago e tutto, di Marco Grassano
In mezzo al caseggiato, in un alternarsi di luce e di ombra (o meglio, di luce e di minor luce), il mattino si scioglie sulla città. Sembra che esso non nasca dal sole ma dalla città, e che la luce dell’alto si stacchi dai muri e dai tetti. Fernando Pessoa 
“Perché alcune città hanno un’importanza che va ben oltre il ragionevole?
Perché mai Lisbona, che, dopo tutto, per gli standard urbani contemporanei è una piccola città e, sebbene sia una capitale, è completamente emarginata nel lontano occidente, ecco, perché mai Lisbona brilla così tanto?
Forse perché ha ricevuto vari nomi, partendo dai Fenici e passando attraverso i Romani, i Visigoti e i Mori… Ma molte città europee potrebbero vantare una storia altrettanto ricca. Sarà forse allora perché nel suo nome sussiste, secondo certe teorie, qualcosa dell’ossimoro che definisce Lisbona a volte una baia piacevole e un porto sicuro, e a volte il luogo in cui, secondo Tolomeo, i cavalli del sole muoiono in mare…
Sembra evidente, in ogni caso, che la posizione geografica di Lisbona le ha garantito, nel corso della sua storia, un lustro che nessuno si sognerebbe di negare.
Così vicina e tuttavia così lontana dal mondo mediterraneo, Lisbona è un rifugio aperto sull’ignoto – per il peggio e per il meglio.
Analogamente alle perle, che concrezionano uno strato dopo l’altro sotto l’influenza combinata del minerale e del mare, Lisbona ha sedimentato la propria storia con le spalle alla terraferma e il viso al vento. Come le perle, il suo splendore è il suo oriente: rivolta verso Ovest e il grande Oceano Atlantico, ogni passo che la allontanava dall’Est la avvicinava all’Oriente. Come la Luna e le maree, Lisbona si avvicina, Lisbona si allontana…
(…)
Di Lisbona, Marco Grassano ci fa leggere e ascoltare qui, sul filo di percorsi terrestri e marittimi, le care voci che, da Pessoa a Tabucchi, non hanno mai taciuto, e che cantano nel nome di Lisbona. Nell’eco delle vie e seguendo prospettive insolite, l’autore ci fa così comprendere quanta pienezza si trovi aprendo un luogo al mondo intero.”
dalla prefazione di Régis Poulet
Presidente dell’Istituto Internazionale di Geopoetica