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La strada giusta del Labour, di Filippo Boatti

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Speravamo di commentare un risultato migliore, più vicino a quello delle elezioni generali del 2017, ma è chiaro che la situazione di queste particolari elezioni dicembrine, per il rinnovato partito del socialismo democratico britannico, era molto difficile, con un voto interamente polarizzato sulla Brexit.

Il leader del partito Jeremy Corbyn, con il suo braccio destro McDonnell, si trovavano come è noto con l’elettorato del partito spaccato fra il nord deindustrializzato a favore della Brexit e le aree più interconnesse e globali nettamente contrarie. Una situazione difficilmente componibile.

Se quindi è chiaro che da un lato non potevano schierarsi per l’anti-democrazia, dichiarando nullo il responso popolare sulla Brexit, dall’altro è però evidente che il Labour – e la sinistra in generale – non possono certo schierarsi per la divisione. Se i cittadini britannici in maggioranza sentono la necessità, giusta o sbagliata che sia, di allontanarsi da un’Europa comunque disfunzionale e antisociale, lo fanno correttamente utilizzando il pugno destro e non quello sinistro. Sbaglierebbe una sinistra che volesse inseguire la destra sul suo terreno.

Per cui in ogni caso bisogna ringraziare Corbyn e McDonnell per avere preso delle decisioni difficili, ma giuste – proponendo un “final say” (ovvero un pronunciamento finale fra un nuovo accordo con la UE, oppure il Remain). Presto verranno rivalutate.

La strada della razionalità – e quindi della sinistra socialista ed ecologista – è sempre difficile: oggi perdiamo ma le balle di Bojo si sgonfieranno presto e il programma socialmente avanzato, di trasformazione radicale dell’economia a vantaggio “dei molti e non dei pochi”, sviluppato da Corbyn e McDonnell con la collaborazione dei migliori economisti post-keynesiani internazionali (fra cui la nostra Mariana Mazzucato) è sempre valido per tutta la sinistra europea e bisognerà tornare presto a studiarlo e ad aggiornarlo.

Piacerebbe dire che almeno il tormentone della Brexit è finito ma… anche questa potrebbe essere la classica vittoria di Pirro – e la situazione ribaltarsi presto. Il virus del nazionalismo è stato innescato dalla dissennata linea dei Tories e per contrastare l’implosione del Regno Unito serviranno di nuovo la razionalità e l’empatia di cui il Labour britannico è storicamente capace.

Ora ci saranno, come è normale che sia, le rituali rese dei conti e le doverose discussioni nel Labour ma possiamo essere certi che i due vecchi leoni ci riproveranno, dalla postazione di comando o meno è secondario: ci sono nuovi giovani leader che scalpitano e dalla linea del cambiamento e dalla lotta contro le disuguaglianze causate dalle politiche austeritarie neoliberali non si tornerà comunque indietro.

Grazie a Corbyn e McDonnell!