CONFIDARE di ANTONIA POZZI, recensione di Elvio Bombonato

antonia pozzi

Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.                                                                                                                                                                  

Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.

Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.

8 dicembre 1934

Il Tu della lirica potrebbe essere un fidanzato immaginario, oppure il prof. Cervi, di cui era platonicamente innamorata, il quale proprio l’anno prima l’aveva definitivamente lasciata. La Pozzi ha 22 anni.  La poesia è una dichiarazione d’amore, con il sintagma “Ho tanta fede in te“ in parallelismo/ripresa nella 1a e nella 3a strofa.  “La purezza del suono e la nettezza dell’immagine il suo dono naturale” “Anima di eccezionale purezza e sensibilità, la Pozzi si fa prendere dall’onda sonora delle sensazioni, che riduce al minimo il peso delle parole” (Montale).  Il potere dell’innamorato, nell’immaginazione, appare iperbolico, vedi  l’adynaton dei vv. 7/11.  Memorabile la similitudine finale dell’arabo  avvolto nel suo barracano,  con transitivo straniante del verbo maturare (Laura Barile).  Versi liberi non rimati, con prevalenza di settenari ed endecasillabi.  Allitterazione della T nella 1° strofa, della G nella 2a, e soprattutto l’intensificarsi della luminosa aperta A, nei vv. 13/16.

foto: http://www.barbadillo.it