Caravaggio- Il sacrificio di Isacco (particolare)

Ogni momento vive inerme come un Isacco
carico di legna per dare un nome al sacrificio.
Tu porti il fuoco in grembo e il coltello nella mano.
Gli angeli che gli stanno intorno
nei loro camici bianchi lo tengono
stretto tra le braccia. Nessuno
ferma la tua mano, nessuno
tiene prigioniero un ariete nel cespuglio.
Gli angeli brandiscono il coltello sul suo corpo piagato
lo alzano, lo abbassano, gli infliggono ferite
innumerevoli che gli permettano di vivere
una vita che pascola nella tua illusione.

Sei cieca? No, che nel tuo sangue la sua voce invoca.
Il padre celeste non mi vuole tra le sue braccia?

È così brutto morire?
Madre, non vedi che brucio? Dove vado ormai ?
Il mio volto sorride a un riva
cui non so dare un nome. Lascia
il mio cuore che vada sereno verso la sua ora.
Sonde pescano nel mio corpo
simili ai chiodi del Cristo
che ami, il dio
che redime il mondo con la sua
immortale mortalità.
Rinuncia al tuo sogno. Nessuna donna
troverà sulla mia tomba
scoperchiata un angelo col dito verso il cielo.
Ci diremo addio? No, quel fuoco
rimarrà nel tuo grembo
a dare un nome ai nostri giorni.