Inghiottendo ipocrisie
galleggerà l’ombra spezzata
dal fiume all’erba?
Quanto tempo servirà per alzarsi
uccidere, misurare tracce
distinguere i morti soffocati dagli annegati
fra sabbia, insetti, e giornali?
Quanto per sognare voli
quanto per camminare in acqua
lasciando impronte?
Fare un cenno d’amicizia
sedersi a un tavolo, odorare pesce
inghiottire vino e molluschi al limone
o rigirare gusci immaginando
perle paglierine si potrà ancora?
Si, svanirà questo tempo sospeso di gocce velate
e di consigli per consolarsi.
Svanirà, perché al sole anche il dolore
riluce sul ciglio della strada.
Passerà anche l’estate pazza
l’autunno dominante e l’inverno mortifero.
E si vivrà ugualmente tra poveri famelici
e ventri sazi.
-Si può forse ritardare la primavera?-
() l’ultimo verso è di Percy Bysshe Shelley
Una lirica densa di veritieri, e significativi contenuti, su cui porre intense riflessioni.
Molto apprezzata
Grazie per avere apprezzato Silvia! un caro saluto.
Per stare meglio con se stessi, non è consigliabile ritardare la primavera, attesa a portare quel vento nuovo tendente a farci respirare appieno tutti. Versi bellisimi densi di grande significato per le pregevoli metafore che presentano. Complimenti Rosanna!
Si, malgrado tutti i dubbi, perplessità ed omissioni, la vita continua…per fortuna. Un caro saluto, e grazie per l’apprezzamento!