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Associazione Gabbie Vuote: RICERCA MEDICA O INTERESSI MILIARDARI ?
Gentili signori
commentiamo a proposito della liberazione dei sei macachi, sottoposti a sperimentazione sui deficit visivi umani, di cui abbiamo ascoltato e letto, fra l’altro, su La Nazione del 25 gennaio scorso.

Chi sono i macachi?
Sono scimmie che appartengono all’ordine dei primati di cui fa parte anche l’uomo, quindi caratterizzate dal più elevato livello di facoltà psichiche nel mondo animale. In una parola: nostri parenti e non macchine cartesiane.

Per giustificare la sofferenza loro inflitta, e inflitta a più di 100 milioni di animali ogni anno nel mondo, i sostenitori della sperimentazione animale affermano che non c’è nessun altro modo per avere lo stesso risultato ottenuto con gli animali  e sostengono di adottare tutte le precauzioni affinchè la cavia non soffra (????). Noi invitiamo a leggere la Direttiva 2010/63/UE che raggruppa le procedure della sperimentazione in: lievi, moderate e gravi.

Tralasciando la sofferenza di esseri senzienti, sempre che si voglia considerarli a livello di strumenti come succedeva agli schiavi africani qualche secolo fa, sappiamo  che molti ricercatori dicono il contrario e cioè che proprio il modello animale rappresenta l’alto indice fallimentare della ricerca (Mike Leavit US Secretary of Health and Human Services) in quanto “il 90% delle nuove molecole che passano ai test clinici sull’uomo, fallisce e ciò è dovuto alla inaffidabilità dei test condotti sugli animali sui quali si basa la predittvità per l’uomo”.

Il 3 maggio 2016 con un titolo inequivocabile «Errori medici, terza causa di morte in USA» («Medical error – the third leading cause of death in the US»[1]) il B.M.J. pubblica uno studio che rimarrà nella storia.  Lo firmano l’oncologo Martin Makary e il suo allievo Michael Daniel del Dipartimento di chirurgia della Scuola di Medicina della Johns Hopkins University di Baltimora negli Stati Uniti. Secondo i ricercatori gli errori medici e i farmaci uccidono più di 250.000 persone ogni anno su un totale di circa 2,6 milioni di decessi.

La conferma di questa stima arriva da uno studio norvegese, condotto in modo accurato, che ha calcolato nel 9-10% la percentuale delle persone morte in ospedale per ragioni direttamente connesse ai farmaci.
Numeri preoccupanti che nessuno ha il coraggio di denunciare, ma ancora ampiamente in difetto.

Mentre da noi le morti per iatrogenia  sono un mistero, una delle riviste scientifiche più accreditate al mondo, il British Medical Journal, se ne esce denunciando l’impatto che queste hanno sulla salute pubblica e sulle casse dei sistemi sanitari.
Inoltre, un farmaco su due delle centinaia di farmaci che vengono registrati in Italia non è realmente innovativo, molti presentano solo qualche modifica tecnologica o molecolare con un consistente spreco di risorse.
Le cifre legate alla multi trilionaria industria farmaceutica sono colossali, tanto da farla diventare tra le più proficue a mondo; come evidenziato dal magazine Fortune, è la seconda industria più ricca, seconda solo al petrolio. Quindi l’industria farmaceutica influenza enormemente  moltissimi aspetti quotidiani in campo medico, dalle prescrizioni ai pazienti, al mondo accademico, ai mass media, alle istituzionni governative e all’ambiente politico.
Negli Stati Uniti stanno già distinguendo farmaci per donne, uomini, bambini, anziani in quanto ognuno è diverso, quindi perchè sperimentare sugli animali tanto diversi da noi? All’estero sono già disponibili modelli di ricerca di “rilevanza umana” contro i modelli di “rilevanza animale” delle Università italiane.
I Governi nazionali e la Comissione Europea dovrebbero impegnarsi al fine di concretizzare l’implementazione dei metodi sostitutivi che sono tanti, tra cui: modelli informatici, analisi chimiche, indagini statistiche, organi bio artificiali, microchip al DNA, microcircuiti con cellule umane….ma mentre la ricerca su animali sfrutta migliaia di miliardi di euro,  i fondi destinati alla sperimentazione sostitutiva in Europa sono  70 miliardi, in Germania 50 milioni, in Italia 500.000 euro. La solita maglia nera.
Invitiamo ad approfondire l’argomento, a scavare dietro le quinte ovvero, come si suol dire, ad ascoltare l’altra campana.
Grazie.

Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote ODV Firenze