C’è scritto nell’Antico Testamento che ogni figlio primogenito doveva essere consacrato a Lui (Dio) in memoria di ringraziamento quando l’Angelo sterminatore risparmiò gli Ebrei mentre tutti i primogeniti degli Egiziani furono da lui uccisi, e c’è pure scritto che ogni donna ebrea dovesse presentarsi al Tempio, dopo quaranta giorni dalla nascita del suo bambino, per purificarsi.
Dato che tutte e due le cerimonie potevano farsi assieme, Maria e Giuseppe portarono il loro figlio Gesù al Tempio, proprio dopo quaranta giorni.
Maria comunque non avrebbe avuto obblighi di purificazione in quanto, come attesta la religione, vergine e pura, ma non volle per questo farne pubblico dominio e accettò benevolmente la cerimonia.
Appena arrivati venne loro incontro un vecchio sapiente, giusto e pio, di nome Simeone, che la profezia aveva a lui prescritto che non sarebbe morto fintanto che non avesse incontrato il Salvatore del mondo, e appena costui ebbe tra le braccia il bambino di Maria, lo riconobbe tale e ne fece riconoscenza con assoluto e manifesto entusiasmo e lo benedì insieme alla Madre.
La festa della Presentazione risale già dal quarto secolo dove viene attestata a Gerusalemme, in Italia è riconosciuta come la Candelora in quanto nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo della luce del Cristo, termine che fu usato da Simeone nel momento del riconoscimento del Salvatore.
La festa non è soltanto Cattolica ma anche la Chiesa ortodossa e in diverse chiese protestanti viene devotamente osservata, in alcune è tradizione che i fedeli stessi portino ognuno una “sua” candela per la benedizione.
Tale importante cerimonia fu stimolo per moltissimi maestri d’arte già partendo da Giotto in poi annoverando e accumulando opere di altissimo livello pittorico e incommensurabile valore artistico.

Roberto Busembai (errebi)

Immagini web: Giotto di Bondone – Presentazione al Tempio