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“La vita non si tratteggia, né con la riga, né a mano libera e – il più delle volte – dovremmo volare più in alto, senza tentare neppure di disegnare quella altrui, non come vorremmo o come più ci tornerebbe comodo.”
A volte penso che avremmo tutti bisogno di uno schematico planning da seguire, persino per affrontare al meglio il quotidiano. Però non sono una disegnatrice di circostanze – se non inconsapevolmente – il più delle volte. A meno che non debba tutelarmi.
Al contrario, sono ben consapevole di affrontare scelte dettate dalla ragione ma anche dal mio animo, dal mio cuore, da ciò che mi rende persona sensibile. Dovrei sentire di meno e pianificare di più, ma non sarei quella che sono. E non vorrei essere diversa da me.

Mi domando se è possibile essere un po’ geometri della propria quotidianità, un po’ architetti ingegnosi del proprio esistere, tutto per raggiungere quell’equilibrio che ci consenta di abbassare il livello della sofferenza e – subito – sorrido di me.

 

Non ho mai avuto simpatia per le strategie, né per i tatticismi, anzi, evito chi mi costringe a non essere spontanea nelle mie espressioni: sono profondamente onesta e vera.
“La vita non la si disegna a tavolino: è l’imprevedibilità della realtà a superare la fantasia più fervida. Disegnare tattiche è prerogativa di chi ha poca coscienza e animo arido. Almeno nel mondo civile.”
Razionalità, si, ce ne vuole. Serve per non essere nemici di se stessi lasciandosi gabbare dai calcolatori umani.

Architettare piani machiavellici – però – è lontano da me e, spesso, rivendicherei il diritto di essere anche io fragile, protetta, messa al sicuro.

 

Diciamo che la geometria della mia vita è essenzialmente lineare e segue un postulato chiaro, ma ci sono sempre le eccezioni a non confermare la regola.
Meno variabili possibili e più trasparenza, ma – se vengo chiamata a difendermi da tattiche oscure e disoneste – mi eclisso, mi opacizzo, mi difendo da sola.
Questo è quanto mi indispone e mi indigna profondamente: certa gente ha la propensione, oscura e venefica, a stimolare il tuo aspetto peggiore. C’è da fare una fatica duplice: per trattenersi e per non rispondere.
Bisogna fingersi idioti, insomma.

Comunque sia, non temo poi molto questi architetti maligni. Anche io sono stata brava nel disegno geometrico. Se la mia massima aspirazione erano le materie umanistiche, nelle quali mi rispecchiavo di più, è pur vero che – nel disegno geometrico – sono stata fra le migliori allieve. Una di quelle dotate di precisione chirurgica. Tanta. Da spaccare il millimetro.

“Quanto mi avvilisce maggiormente è l’aspetto manipolatorio di alcune donne: il narcisismo è un aspetto realmente triste e, solitamente, se ne parla sempre puntando il dito sugli uomini. La vera manipolazione è una sorta di ricatto morale nel quale, alcune, sarebbero capaci di abbindolare lo stesso Mefistofele.”

 

@lementelettriche – Paola Cingolani