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“Se la felicità non è condivisa difficilmente può essere detta felicità; non ha alcun sapore”.
(
Charlotte Brontë)

Una che la sapeva lunga: francamente tutti questi individualisti, pronti a calpestare chiunque, per me hanno un retrogusto amaro, quello tipico degli infelici.
Mai vista una persona serena prendersela col prossimo, esplodere rabbiosamente, offendere gratuitamente sapendo e volendo fare male. Mai.

Chi raggiunge la sua felicità massima senza riuscire a mantenere un rapporto solido, ben equilibrato, durante un confronto o una condivisione, non è sufficientemente sereno.

La cosa peggiore è che ciò non basta come alibi: non essere pienamente felici, infondo, è solo la norma e vale per chiunque. Ciò non autorizza nessuno a rendere maggiore l’infelicità del prossimo.
Che costoro non pensino di appartenere ad una razza eletta, perché la favola della razza la si smonta subito, così come si smontano subito le altre estremizzazioni politically (un)correct.

Un individuo che usa il click per etichettare la gente – che neppure conosce – contaminato da pregiudiziali, quali che siano, ha già apportato grandi menomazioni al proprio stesso intelletto.

Ci si difende da chi offende? Sì, è la reazione più immediata, ovvia ed umana che ci sia,  azione – reazione, infamia – replica. Educatamente, ma c’è bisogno di tracciare una linea di confine e, se non viene rispettata, allora si chiamino le cose col loro nome.
Ricordando che, comunque vadano le cose, vi sono delle implicazioni in tutto: si ignorano alcuni standard per rivalutare coloro coi quali si ha maggiore coinvolgimento emotivo.

Passaggio consequenziale della riflessione: una domanda lapalissiana.
– A che mi porta l’amicizia con coloro che non sanno condividere, se non quando ne traggono convenienza? – La mia vera domanda è questa.

Mi sarà pure indifferente uno sconosciuto, o pseudo tale, che si delinea quale fanatico, certamente, ma cosa dovrei pensare di chi avevo – fino a quel momento – considerato amico e addirittura stimato?

Non perdere la stima ci obbliga anche a saper rispondere: non tutti restano in superficie, a galleggiare col salvagente, accontentandosi di non pensare e di non colare mai a picco.

@lementelettriche – di Paola Cingolani