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Alessandria 850: Nicolao Milone, per 23 anni Pastore della Diocesi alessandrina

#Alessandria850

Una figura indimenticabile di Vescovo è senza dubbio quella di Nicolao Milone, per 23 anni Pastore della Diocesi alessandrina.

Giunto ad Alessandria nel Luglio del 1922, con instancabile tenacia si prodigò per il suo gregge fino a quell’11 marzo 1945 in cui il Signore lo volle a godere il premio delle sue fatiche apostoliche.

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Dalla parrocchia di Favria Canavese, dove lascio di sé un vivissimo rimpianto, giunse ad Alessandria portan­dovi, sotto una apparenza bonaria e dimessa, il ricco suo patrimonio culturale di laureato in Diritto Canonico ed in S. Teologia, di conoscitore profondo della S. Scrittura e di cultore appassionato di Musica Sacra.

Ma soprattutto portò alla Diocesi il suo magnifico cuore di padre, la sua affabilità, la sua parola dolce e risoluta insieme, il suo carattere gioviale e schietto di buon piemontese.

Il Seminario Diocesano fu la pupilla dei suoi occhi: seguiva con amore la preparazione culturale e spirituale dei singoli seminaristi. Fu sua preoccupazione che non mancasse la possibilità ai chierici di un luogo sereno e salubre di villeggiatura estiva e fu pago soltanto quando potè dare alla Diocesi una villa del Seminario in Oropa Bagni, dove egli stesso ogni anno trascorreva le sue ferie con tanta semplicità e con tanto amore.

Lavorò sempre “ut bonus miles Christi” e non fu senza un profondo significato che scelse come stemma il leone che calpesta la spada e sorregge la Croce, con il motto “Gladius militiae meae”.Non voleva essere soltanto un riferimento al suo cognome; era un programma di vita. Cortese con tutti, rispettoso e fermo con le autorità civili e militari, generoso sempre con i suoi Sacerdoti, attento alle necessità pastorali della Diocesi, compi ben quattro visite pastorali con quel suo stile personale che lasciava un’impronta indelebile. Anche ai fanciulli la sua parola era accessibile e lasciava in es­si il segno della sua bontà paterna.

Della sua pietà Eucaristica sono testimonianza i convegni di zona ed il solenne Congresso Diocesano del 1924.

Della sua devozione mariana parlano con eloquenza il Congresso del 1929 e la cura per la sempre migliore riuscita dell’Ottavario della Salve. Diede nuova solennità alla festa di S. Baudolino convocando in città tutta l’Azione Cattolica diocesana in tale giorno.

Alla Madonna del Suffragio volle dedicata la nuova parrocchia da lui eretta nel rione ex Pista affidando all’arch. Gallo di Torino l’incarico di predisporre il progetto per la costruzione della Chiesa ed al rev. Don Carlo Danielli l’im­pe­gno di seguire da vicino i lavori e di reggere in qualità di Delegato Vescovile la nuova parrocchia.

Fu questa una sua creatura e gli fu così cara che volle essere sepolto nella Cappella della Madonna del Suffragio, in quel Tempio che formò per tanti anni uno dei suoi più assidui pensieri.

La sua figura di Pastore buono e generoso si staglia netta di fronte a noi in tutta la sua semplicità e nella sua incomparabile grandezza.

Tornano alla mente, ripensando al distacco con cui visse ed alla povertà con cui concluse la sua preziosa esistenza, le parole del Poeta: “E se il mondo sapesse il cor ch’Egli ebbe assai lo loda e più lo loderebbe”.