1517996089_vauro
Immagine di Vauro

Su un sito, in un blog  di cui non faccio il nome, leggo l’invito a leggere, capire e non giudicare riferito a casalinghe, ragionieri e dattilografi.

Testualmente:

“I ragionieri non se ne abbiano a male, e neppure le casalinghe o i dattilografi, ma quando il rumore che odono tutto il giorno è quello dei locali in cui si sono chiusi (locali mentali prima che fisici), e le pene provate sono quelle lette e viste sui telegiornali, distesi sul divano, tra una partita di coppa uefa e l’altra, mentre i bambini e la moglie o il marito, ruzzano intorno, i ragionieri, le casalinghe, i dattilografi non se ne abbiano a male se li invito a non scrivere e a non giudicare coloro che seriamente scrivono, perché se leggono non capiscono, e se giudicano esprimono sentenze che nulla hanno a che vedere con ciò che hanno inteso criticare.”

Poi nel contesto di una potente poesia, leggo sempre dello stesso autore:
“Celebro la tua morte Dio, come un negro ubriaco…”

A questo punto mi chiedo, vista l’abitudine del sensibile poeta a delimitare categorie umane: il senso del  verso poetico, è razzismo o discriminazione?

Potrei pensare che si tratti di una svista  o di un rafforzamento dell’immagine poetica, ma perché  definire ” un negro ubriaco” come immagine di altissimo degrado? Forse l’uomo chiaro di pelle non si ubriaca? A mio parere bastava  COME UN UOMO UBRIACO e la frase era già comprensiva di disprezzo, senza essere intollerante razzismo.

Quanto all’invito alle casalinghe ecc.,  sarà discriminazione o solo ignorante supponenza?

Ebbene, considerato l’invito a leggere, capire, e giudicare e pur non rientrando nelle categorie di cui sopra, mi limito a riportare testualmente la definizione di Wikipedia(*)

“La discriminazione: (*)consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritaria attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi.”

Mentre il Razzista è chi individua nei differenti tratti somatici, comportamentali, e di evoluzione sociale, una declamata inferiorità intellettuale, per cui arbitrariamente si sente autorizzato a ridurre in schiavitù la persona, come fosse un animale,

E non è giustificabile nemmeno questo, perché anche gli animali hanno sentimenti e capacità di ragionamento; seppur inferiori, soffrono, gioiscono, si ammalano di solitudine come noi.

Proprio come le casalinghe, i ragionieri, e i dattilografi…