Immagine di Vauro
Su un sito, in un blog di cui non faccio il nome, leggo l’invito a leggere, capire e non giudicare riferito a casalinghe, ragionieri e dattilografi.
Testualmente:
“I ragionieri non se ne abbiano a male, e neppure le casalinghe o i dattilografi, ma quando il rumore che odono tutto il giorno è quello dei locali in cui si sono chiusi (locali mentali prima che fisici), e le pene provate sono quelle lette e viste sui telegiornali, distesi sul divano, tra una partita di coppa uefa e l’altra, mentre i bambini e la moglie o il marito, ruzzano intorno, i ragionieri, le casalinghe, i dattilografi non se ne abbiano a male se li invito a non scrivere e a non giudicare coloro che seriamente scrivono, perché se leggono non capiscono, e se giudicano esprimono sentenze che nulla hanno a che vedere con ciò che hanno inteso criticare.”
Poi nel contesto di una potente poesia, leggo sempre dello stesso autore:
“Celebro la tua morte Dio, come un negro ubriaco…”
A questo punto mi chiedo, vista l’abitudine del sensibile poeta a delimitare categorie umane: il senso del verso poetico, è razzismo o discriminazione?
Potrei pensare che si tratti di una svista o di un rafforzamento dell’immagine poetica, ma perché definire ” un negro ubriaco” come immagine di altissimo degrado? Forse l’uomo chiaro di pelle non si ubriaca? A mio parere bastava COME UN UOMO UBRIACO e la frase era già comprensiva di disprezzo, senza essere intollerante razzismo.
Quanto all’invito alle casalinghe ecc., sarà discriminazione o solo ignorante supponenza?
Ebbene, considerato l’invito a leggere, capire, e giudicare e pur non rientrando nelle categorie di cui sopra, mi limito a riportare testualmente la definizione di Wikipedia(*)
“La discriminazione: (*)consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritaria attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi.”
Mentre il Razzista è chi individua nei differenti tratti somatici, comportamentali, e di evoluzione sociale, una declamata inferiorità intellettuale, per cui arbitrariamente si sente autorizzato a ridurre in schiavitù la persona, come fosse un animale,
E non è giustificabile nemmeno questo, perché anche gli animali hanno sentimenti e capacità di ragionamento; seppur inferiori, soffrono, gioiscono, si ammalano di solitudine come noi.
Proprio come le casalinghe, i ragionieri, e i dattilografi…
Credo che ogni essere, di qualsiasi natura esso sia, debba essere rispettato per quello che è.
Naturalmente, per quanto riguarda l’umanità, consideriamo che ogni singolo individuo abbia una cultura e, una sensibilità, diverse, ma non per questo non sia in grado di percepire il profondo significato, o la qualità, di un brano che legge, perchè, in quel momento, la sua mente si proietterà sul concetto, di quanto esposto dall’autore,traendone le opportune deduzioni.
Articolo condiviso, molto apprezzato.
Grazie per avere apprezzato Silvia. Buona giornata,
Credo che, determinate persone sono portatori di delirio di onnipotenza, non conviene daregli tanta importnza. L’unica cosa da fare è ignorarli, per farli sgonfiare come palloncini pieni di boria.
Una immagine azzeccata…grazie per avere apprezzato e buona giornata!
Eppure nessuno riesce a ignorarmi. Perché continuano a esaltare la mia onnipotenza? il mio razzismo?
Perchè sei un bravo poeta, ovvio! Ed è un vero peccato che -a mio parere- la tua sensibilità latiti…
La mia sensibilità mi porta a fianco del negro ubriaco e di tutti coloro che vengono ignorati.
Anche delle casalinghe, ragionieri, dattilografi incapaci di esprimersi di giudicare e che quindi dovrebbero evitare di scrivere e dare giudizi? Ma pensa un po! non lo avrei mai detto! Ti manca un pizzico di empatia e umiltà, caro Marcello…
Può darsi. Ma può anche darsi che parlavo di categorie, e non di persone, e delle categorie quando sono CHIUSE.
Sul tuo blog, sul mio, e nel web si ha a che fare con persone, non con categorie.
Ma io non scrivo per il blog.
Ma nessuno esalta il razzismo, caso mai se ne dispiace…
Ma essere a fianco di un negro ubriaco è razzismo?
No, è l’uso dispregiativo che ne fai…difficile da capire?
Rileggi il senso della poesia. E se non ne afferri l’ira che la anima e la pietà per un negro ubriaco che sperava nell’aiuto di Dio, parleremo inutilmente per una vita.
Ti dirò, la poesia l’avevo letta e visto il video tempo fa e avevo fatto le considerazioni che stai esponendo tu. Poi, hai pubblicato considerazioni su chi scrive e su chi legge e non alla tua altezza -quella che tu credi di possedere- a dir poco discriminatorie e di tipo fascistoide. Allora mi sono ricreduta. Lo ripeto è un peccato che la tua arte non corrisponda a ciò che esterni.
Peccato per me. Cercherò di piacere.